La Polizia di Stato di Perugia e Crotone sta eseguendo due provvedimenti di sequestro, ai sensi della normativa antimafia, emessi su proposte formulate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro congiuntamente ai Questori delle menzionate provincie. L’operazione nasce nel quadro della strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti da parte delle consorterie mafiose intrapresa dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. 

Il sequestro

I poliziotti del Servizio centrale anticrimine e delle Divisioni anticrimine stanno sequestrando beni, assetti societari e rapporti finanziari, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, riconducibili agli eredi di un esponente di vertice della cosca “Trapasso” di San Leonardo di Cutro (KR) e a un imprenditore calabrese, entrambi elementi di riferimento in territorio umbro per gli affiliati alla citata consorteria mafiosa e a diverse altre famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionico – catanzarese.

l beni sequestrati agli eredi del boss

A.R., l'esponente della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro ai cui eredi la Polizia di Stato, stamane, ha sequestrato beni, è morto per Covid nel 2020 mentre era detenuto. L'uomo era stato arrestato nell'ambito dell'operazione "Infectio", scattata l'anno precedente, che aveva acceso i riflettori sulle infiltrazioni delle cosche crotonesi in Umbria. A.R., peraltro, era ritenuto uomo di fiducia di Cosimo Commisso capo della potente cosca di Siderno, ugualmente radicata nella provincia di Perugia.

Sequestri ai danni di un imprenditore

L'altra persona destinataria del sequestro è un imprenditore del crotonese, a sua volta arrestato nella stessa operazione. Per entrambi le accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, alla detenzione e all’occultamento di armi clandestine, nonché di associazione finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario, al riciclaggio, all’intestazione fittizia di beni e al trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso.

Le parole del prefetto

Il prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine ribadisce che «innalzare la capacità di colpire i patrimoni accumulati dalle organizzazioni criminali è la nuova sfida dell’azione di contrasto della Polizia di Stato alla criminalità organizzata di stampo mafioso. La piena operatività del connubio Questore-Procuratore della Repubblica nella proposizione e nell'esecuzione delle misure di prevenzione patrimoniali congiunte è garanzia del raggiungimento del miglior risultato possibile».

«Il sequestro degli ingenti patrimoni illecitamente guadagnati - continua Messina - completa il lavoro svolto dalla Polizia di Stato contro la componente militare di queste organizzazioni criminali e l’eccellente risultato conseguito sull’asse Perugia-Crotone con la Procura della Repubblica di Catanzaro testimonia la strategia adottata negli ultimi tre anni dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato grazie al Servizio Centrale Anticrimine e alle Divisioni Anticrimine delle Questure».