Si è spento in ospedale all’età di 46 anni Salvatore Mancuso, di Limbadi, fratello più piccolo del ramo dei Mancuso detti ‘Mbroghjia. Era figlio di Domenico Mancuso (cl. ’27), deceduto da anni, quest'ultimo fratello più grande del patriarca e fondatore dell’omonimo clan Ciccio Mancuso (cl. ’29), morto anche lui nel 1997 per un male incurabile. Salvatore Mancuso era stato arrestato nel giugno scorso insieme alla sorella Rosaria con l’accusa di estorsione aggravata dalle modalità mafiose nell’ambito delle indagini sull’autobomba che il 9 aprile scorso ha portato alla morto del biologo Matteo Vinci. Il fermo della Dda di Catanzaro non era stato però convalidato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia per mancanza di gravità indiziaria e Salvatore Mancuso era così ritornato in libertà. 

 

E’ il fratello più piccolo dei più noti boss Giuseppe Mancuso (cl. ’49), detto “Peppe ‘Mbrogghja” (detenuto dal 1997 e condannato all’ergastolo nel processo “Tirreno” quale mandante degli omicidi dei boss Versace di Polistena e Chindamo di Laureana di Borrello, con pena poi convertita in 30 anni di reclusione), Diego Mancuso (cl. ’53, tornato libero nell’ottobre del 2014 dopo aver scontato una condanna a 11 anni per associazione mafiosa e truffa al termine dei processi “Dinasty” e “Batteria”), Francesco Mancuso (cl. ’57), detto “Ciccio Tabacco” (libero dall’ottobre 2014 dopo aver scontato 11 anni per mafia e usura nei processi “Dinasty” e “Senza Respiro”), Pantaleone Mancuso (settembre ’61), alias “l’Ingegnere”, attualmente irreperibile dopo l’avvio della collaborazione con la giustizia nel giugno scorso del figlio Emanuele Mancuso. Salvatore Mancuso - fratello anche di Antonio Mancuso (cl. ’51), morto pure lui sul finire degli anni ’90 - era finito quale imputato nei processi nati dalle operazione “Genesi” dell’agosto del 2000 e “Dinasty” dell’ottobre 2003. Da entrambi era stato però assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Nel suo “curriculum”, quindi, solo reati minori come il furto ed il danneggiamento, oltre al coinvolgimento sul finire degli anni ’90 nell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia denominata“Martiri d’Ungheria” sullo spaccio di stupefacenti. Inchiesta naufragata però in Appello con una raffica di prescrizioni. Salvatore Mancuso era soprannominato “Lo Zoppo” per via di un incidente stradale negli anni '80 che gli aveva causato seri problemi ad una gamba. Il 25 febbraio del 1979, ancora bambino, Salvatore Mancuso era stato protagonista di un episodio eclatante. Dopo una lite con un coetaneo di sei anni, l'aveva ferito mortalmente con una pistola detenuta dal padre Domenico. Un episodio ancora vivo nella memoria degli abitanti di Limbadi. Ancora da decidere se i funerali verranno svolti in forma pubblica oppure se la Questura vieterà con con apposito provvedimento in forma solenne per motivi di ordine pubblico.