Malgrado avessero predisposto tutto il necessario per difendersi dagli agenti atmosferici, i gestori del circo Donna Orfei non potevano immaginare cosa volesse dire confrontarsi con il “Vento di San Francesco”, le cui famigerate raffiche sono tanto temute, quanto rispettate, dagli abitanti di Paola e da gran parte della popolazione del medio tirreno cosentino.

Purtroppo per loro, i circensi che ad inizio Febbraio avevano piantato saldamente il tendone per lo spettacolo, facendo il possibile per evitare sorprese sul lato mare, si sono trovati a fare i conti con una massa di aria gelida proveniente dal versante montano, che per un’intera settimana ha sferzato la costa senza soluzione di continuità.

Presi alla sprovvista dall’intensità del fenomeno, artisti ed operai, non hanno potuto fare altro che assistere inermi alla devastazione, che nella fattispecie è significata centinaia di migliaia di euro di danni, un intero parco mezzi da far riparare e quasi tutte le roulotte da portare in officina.

Ovvio lo stop della tournee, con annesse ricadute su tutti gli ambiti legati allo spettacolo, dai mancati introiti economici, al fermo di artisti e operai, che per il proprietario – Fulvio Medini – significa una sola cosa: «crisi».

«È inutile girarci intorno – ha dichiarato il patron dell’Happy Circus Donna Orfei – quanto è accaduto rappresenta un colpo difficile da assorbire. Mai avremmo immaginato che una tempesta del genere potesse durare per così tanto tempo e con tale intensità. A memoria di ognuno di noi, anche dei componenti più anziani della compagnia, una calamità come quella che abbiamo subito a Paola non si è mai verificata».

Posizionato sul lato meridionale del lungomare cittadino, diviso in tronconi e con una viabilità tutta da decifrare a causa di vari rimaneggiamenti seguiti all’istituzione di una pista ciclopedonale, il circo è stato esposto in tutta la sua interezza alla furia delle folate, che hanno dapprima squarciato il tendone e poi hanno aperto come scatolette di tonno quasi tutti i mezzi pesanti parcheggiati nei pressi, senza distinzione tra abitazioni semoventi dei circensi, rimorchi col materiale di scena e container che fungono da stalli per gli animali (tra i quali – fortunatamente – non si contano feriti o vittime).

«Faccio appello alla solidarietà dei calabresi – ha concluso Medini – perché noi siamo abituati a vivere e lavorare alla giornata, e non possiamo attendere le procedure istituzionali e assicurative. Abbiamo già perso il Carnevale di Castrovillari e, di questo passo, è altamente probabile che i prossimi sei mesi saranno condizionati dalla mancanza di un tendone idoneo al nostro spettacolo. In queste condizioni – ha concluso il patron – l’immediato futuro non ispira ottimismo».