Sono 43, in totale, gli indagati dell’inchiesta “Eracle” che nei mesi scorsi ha colpito la cosca Condello. La Dda di Reggio Calabria, infatti, ha chiuso le indagini notificando gli atti a tutti gli indagati. I reati contestati vanno, a vario titolo, dall’associazione mafiosa, al porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni, maltrattamento di animali. Il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.

L’origine dell’inchiesta

Tutto prende spunto dalle aggressioni e dalle risse che hanno colpito le ultime estati della movida di Reggio Calabria, specie nei locali serali. Episodi che hanno visto protagonisti le giovani leve della ‘ndrangheta che hanno più volte aggredito chiunque non riconoscesse il loro ruolo mafioso. Ma con la chiusura delle indagini vengono fuori anche fatti nuovi e di un certo rilievo.

La gestione dei buttafuori

L’inchiesta aveva poi accertato come gli indagati, attraverso la gestione del servizio di buttafuori, non solo traevano il profitto conseguente al suo esercizio monopolistico ma lo sfruttavano anche quale volano del metodo intimidatorio, caratterizzante l’operato della ‘ndrangheta, sino al punto da ferire a colpi d’arma da fuoco, a distanza di alcune ore e dopo averlo ricercato per la città, un avventore di un locale che aveva messo in discussione la loro autorità criminale. La vicenda si riferisce al ferimento di Andrea Facciolo, avvenuto alle prime luci dell’alba del 29 agosto 2015 nei pressi del Bar denominato “Snoopy”.

Il traffico di droga

Alcuni degli indagati, secondo l’accertamento della Dda, avevano avviato un fiorente traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) strutturando una stabile organizzazione criminale, caratterizzata da una ramificata vendita al dettaglio, operante sia nei locali notturni, in cui si erano infiltrati grazie alla predetta gestione del servizio di buttafuori che in alcuni punti della città.

La passione per i cavalli

Gli inquirenti avevano già scoperto in un primo tempo l’interesse della cosca Condello per le corse clandestine di cavalli, animali spesso sottoposti a trattamenti poco ortodossi con maltrattamenti fatti di somministrazioni di farmaci non necessari al fine di migliorare le loro prestazioni. Un ruolo di spicco, in questo senso, è stato riconosciuto a Domenico Francesco Condello, figlio del boss Pasquale “Il supremo”. Lui, secondo gli inquirenti, sarebbe stato anche l’organizzatore delle gare sulla Gallico-Gambarie.

Il funzionario dell’agenzia delle entrate

Spicca poi il nome di Silvana De Paoli, moglie di un altro indagato, Natale Canale, titolare della pizzeria Mirablu, ma, secondo gli inquirenti prestanome del clan. Secondo l’accusa, De Paoli avrebbe utilizzato impropriamente il suo posto di lavoro, per far ottenere informazioni su proprietà immobiliari di terzi al marito e ad altro soggetto. La donna, però, deve anche rispondere di truffa aggravata perché, per i magistrati, avrebbe attestato, con la complicità del medico Giuseppe Perina, una malattia della figlia poi risultata inesistente, così potendo avere una prolungata assenza dal lavoro.

L’elenco degli indagati

Ecco tutti i nomi degli indagati: Si tratta di Luciano Baione, Francesco Barbaro, Enrico Giovanni Barcella, Mino Berlingeri, Attilio Buontempone, Fabio Caccamo, Natale Canale, Fortunato Caracciolo, Domenico Francesco Condello, Francesco Condello, Paolo Cosoleto, Bruno Antonino Crucitti, Basilio Cutrupi, Simona Cuzzola, Silvana De Paoli, Antonino Destefano, Giorgio Destefano, Francesco Antonio Eneide, Giovanni Falcone, Salvatore Falduto, Francesco Felicetti, Francesco Ferrante, Francesco Ferrara, Carmelo Ficara, Bruno Magazzù, Giovanni Magazzù, Fabio Vittorio Minutolo, Egidio Morabito, Antonino Marino, Andrea Morelli, Cosimo Morelli, Fabio Morelli, Mostafa Nkairi, Domenico Nucera, Michele Panetta, Giuseppe Emanuele Pecora, Bernardo Vittorio Pedullà, Giuseppe Perina, Giovanni Praticò, Fabio Puglisi, Antonino Saladino, Domenico Stillitano e Carmine Surace.