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Una folla commossa e silenziosa ha gremito, nel pomeriggio di oggi, il santuario intitolato a San Francesco di Paola, a Nicotera, teatro delle esequie di Michele Valerioti, il pensionato 68enne rimasto vittima, insieme all’80enne Giuseppina Mollese, della furia omicida di Francesco Olivieri, 31enne del luogo che venerdì scorso ha imbracciato una doppietta seminando morte e terrore tra il centro tirrenico vibonese e Limbadi dove ha ferito altre 3 persone.
A celebrare la messa il parroco di Nicotera don Francesco Vardè, affiancato da fra Angiolo Solano e da don Andrea Campennì. Parole toccanti e ferme quelle pronunciate dal sacerdote che, riferendosi a Valerioti, ha detto: «Michele è stato vittima dell’odio e della furia omicida». Invitando la comunità a stringersi attorno alla famiglia ha quindi affermato: «La vita è un bene prezioso. Nessuno dovrebbe poterla mettere a repentaglio con così tanta facilità». Ancora, dal parroco, considerazioni sul contesto che ha fatto da sfondo alle azioni delittuose di Olivieri: «Siamo stanchi dell'odio e della violenza. Vorremmo vivere in pace, sereni» ha aggiunto confidando di non essere riuscito più a dormire dopo i terribili fatti di venerdì. «Chiediamo a chi di dovere - ha proseguito - che queste legittime aspirazioni vengano soddisfatte. Siamo stanchi della violenza - ha ripetuto - e della continua violazione della dignità della persona e della comunità stessa».
Si terranno sempre oggi, alle 18, nella cattedrale di Nicotera, i funerali di Giuseppina Mollese, la donna che Olivieri ha dichiarato di aver ucciso per vendetta ritenendola mandante dell’omicidio del fratello Mario, avvenuto a Nicotera nel 1997.