Francesco Berlingieri, l’uomo di etnia rom ucciso giovedì sera a Lamezia Terme con quattro colpi di pistola mentre stava scaricando alcune cassette di arance da un furgoncino all’interno della sua frutteria, era considerato come uno di coloro che ce l’avevano fatta. Trent'anni fa aveva lasciato il campo rom di Scordovillo, il più grande di Sud Italia, per trasferirsi nelle palazzine Aterp di Sambiase.

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Poi l'attività lavorativa con un piccolo banco di frutta e verdura al mercato e, infine, l’apertura di una frutteria di proprietà a Sambiase, sulla via principale, una di quelle più trafficate. La gente del posto ne ricorda la gentilezza e l’affabilità. Un negozio il suo frequentato non solo da persone di etnia rom ma anche da tantissimi lametini. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, neanche che ci possa essere l’ingerenza della comunità rom esterna al territorio.

 

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Tanti gli aspetti dell’azione omicida che non tornano. A partire dall’orario e dal luogo scelto per l’agguato. Alle 19 la zona era piena di gente anche in considerazione del fatto che quel punto è estremamente battuto. E’, infatti, uno dei nodi su cui il traffico si addensa a causa dei diversi stop e delle tante traverse che si affacciano sulla strada principale. Fa pensare anche il fatto che il killer, a bordo di un moto e con il casco, non abbia esitato a sparare nonostante la presenza del nipote minorenne che sicuramente non potrà dimenticare facilmente quanto visto.

 

Tiziana Bagnato