Nessuna implicazione penale per Francesco Noto. Il Tribunale di Catanzaro non ha ritenuto sussistente il reato di danneggiamento. La vicenda non è chiusa: l'esponente di Prendocasa Cosenza ha denunciato un presunto pestaggio
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Il 10 agosto del 2019, a Soverato, aveva staccato la corrente all'amplificazione del comizio dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini che lo aveva apostrofato come «cretino».
A distanza di più di un anno dai fatti la sezione Gip-Gup del Tribunale di Catanzaro ha disposto l'archiviazione del procedimento nei confronti di Francesco Noto, l'attivista sociale del comitato Prendocasa di Cosenza che aveva provocato il black-out silenziando, di fatto, il leader della Lega.
La vicenda però, non si chiude qui: infatti Noto che aveva detto di essere stato strattonato quella sera da un agente della celere, è parte offesa in un altro procedimento la cui udienza si terrà il 2 ottobre a Catanzaro per avere denunciato quella sera di avere subito «presunti pestaggi» e «al fine di verificare la reale consistenza dei fatti» e di «addivenire, per suo tramite, all'identificazione degli autori del presunto reato».
L'attivista, presente al comizio di Salvini, assieme a molti altri contestatori che avevano dato vita anche un corteo arrivato quasi sotto il palco della Lega, aveva scavalcato una transenna di delimitazione e si era diretto verso il generatore di energia elettrica, spegnendo l'interruttore e, dopo avere estratto le chiavi, le aveva gettate verso la spiaggia poco distante.
Il giudice ha disposto l'archiviazione per la vicenda relativa al distacco della corrente elettrica perché «da quanto rappresentato dalle forze dell'ordine – è scritto nel decreto – non si riscontrano sussistenti gli elementi costitutivi del reato di danneggiamento poiché difettante l'elemento della violenza alla persona ovvero della minaccia e, inoltre, l'impianto elettrico non risulta essere stato danneggiato».