«Stamattina alle 4, come tutte le mattine, mi sono alzato per andare a lavorare e quando sono arrivato sul posto di lavoro non c'era la mia imbarcazione». Amara scoperta per Giovanni De Fazio, l'ennesima per i pescatori del porto di Catanzaro. Non è infatti la prima volta che lo specchio d'acqua diventa teatro di furti: attrezzature da pesca e addirittura imbarcazioni.

«Le attrazzature che mancano, che spariscono dalle banchine - spiega ancora il pescatore -. Ma l'attrezzatura si può rimpiazzare, una imbarcazione da pesca con tanto di licenza è difficile, le spese sono tante». Il natante è stato visto prendere il largo con un uomo a bordo, non il proprietario però che ha sporto denuncia. «È un danno di 30mila euro per come era attrezzata la barca. Solo il motore costa 7mila euro, lo scafo altri 6mila euro e l'attrezzatura all'interno. Onestamente, partire da zero di nuovo, non so».

La rabbia dei pescatori è tanta. Vivono solo dei frutti della pesca ma vessati da continui furti che rendono l'attività non più vantaggiosa. «Qua non ci sono telecamere - spiega Ivan Chiarella, pescatore - non c'è sorveglianza e le sbarre all'ingresso del porto non funzionano». L'accusa è rivolta principalmente all'amministrazione comunale che non rende sicura l'area attraverso semplici accorgimenti: «Ci era stato promesso che sarebbero state installe le telecamere - prosegue -, reso operativo il funzionamento delle sbarre all'ingresso e fornito il porto di tutti i servizi per i pescatori, tra cui il ricovero delle attrezzature. Di tutto questo non è stato fatto niente».