I rappresentanti delle associazioni hanno incontrato il presidente del Consiglio regionale. Insistono sul fatto che se Rfi interviene i lavori per far rientrare lo snodo ferroviario in funzione si possono fare a costi contenuti e in tempi relativamente brevi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Un incontro, definito molto proficuo anche se interlocutorio, con il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso per puntare al ripristino della stazione ferroviaria di Catanzaro, situata nel quartiere Sala, dismessa poco prima dell’estate del 2008.
Il riferimento è al confronto svoltosi ai piani alti della Cittadella fra Mancuso, il consigliere comunale che si richiama alle posizioni di quest’ultimo Andrea Critelli, il presidente del comitato per il recupero della struttura Claudio Ruga (capofila di una trentina di sodalizi culturali della città favorevoli a tale soluzione) e il presidente dell’associazione calabro-lombarda Salvatore Tolomeo.
L’obiettivo è come premesso il rientro nelle piene funzioni, in tempi fisiologicamente brevi, dell’infrastruttura ma senza un impiego di fondi pubblici ad hoc bensì sensibilizzando Rete Ferroviaria Italiana sulle positive ricadute dell’operazione, spingendola di conseguenza a farsi carico dei lavori necessari. Ed è proprio questo l’impegno assunto da Mancuso, che dovrebbe a breve essere portatore dell’istanza con i vertici di Rfi.
Si va dunque nella direzione di avviare un dialogo con l’azienda di Stato, che una volta era Fs. Senza ovviamente dimenticare come la Regione abbia un ruolo importante, dovendo in ogni caso corrispondere il contributo previsto dalla legge per il trasporto pubblico locale su strada ferrata così come su gomma.
Ma Ruga, Tolomeo e soci, insistono. Secondo loro, infatti, non solo non ci vogliono cifre “monstre” da spendere quanto (anche in base a studi e simulazioni effettuate negli anni) il progetto che riporterebbe Sala in attività avrebbe ricadute molto positive su tutta l’area circostante e sul resto del capoluogo. E sembra pure che le voci dissonanti relative all’ormai impossibilità di sfruttare il vecchio tracciato dei binari o di superare i problemi legati al passaggio nella galleria sarebbero, sempre a detta dei favorevoli al ripristino, destituite di fondamento.
Anzi, la reiterata proposta del recupero si fonderebbe su un programma in base a cui con una variante realizzata all’altezza di Settingiano si potrebbe favorire un allaccio alla linea di Germaneto e soprattutto a quella che porta a Lamezia Terme, con cui si auspica di creare un collegamento diretto considerato come oggi ci sia un rapporto troppo sbilanciato fra i 90 minuti impiegati se si viaggia in treno, fra spostamenti intermedi e tempi di attesa, rispetto ai 30 spesi se si va in auto o in bus appunto da Catanzaro alla stazione lametina, ovvero all’aeroporto.
Ma c’è di più: chi è favorevole alla riapertura di Sala ritiene anche l’eventuale sfruttamento per la nascente metropolitana di superficie, del tutto inadeguata alla luce del possibile sfruttamento della limitrofa struttura delle Fdc e soprattutto della sua vocazione. Che non è certo quella del potenziamento della mobilità comunale, quindi di una viabilità circoscritta alla sola città. Senza dimenticare come qualcuno giudichi la chiusura di Sala di circa 15 anni fa dovuta alla volontà politica di andare su Germaneto, dal momento che quest’ultima stazione entrò in funzione il giorno dopo la chiusura della vecchia infrastruttura ma con una pianificazione fatta diversi anni prima.
Circostanza che cancella la motivazione dello scarso volume di traffico su Sala nel periodo immediatamente precedente alla dismissione mentre tale scelta fosse stata assunta in realtà molti anni prima quando invece il numero di passeggeri era parecchio più alto.