Una struttura sportiva che è diventata l’emblema di un quartiere, anche se poi a venirci è gente dell’intera città. Il riferimento è alla piscina comunale di Pontepiccolo, a Catanzaro, per cui però non sembra esserci pace, per così dire. L’impianto, infatti, fino agli anni Duemila e oltre è rimasto chiuso per qualche decennio prima di essere rilanciato e restituito a nuova… vita.

Peccato, tuttavia, che a dispetto di almeno un paio di inaugurazioni in pompa magna, il suo funzionamento è stato finora un po’ a singhiozzo con ciclici problemi legati alla gestione e alla manutenzione. Perfino un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto un ex assessore di una passata giunta Abramo e la vecchia società a cui era stata affidata la cura dei servizi. Ma questa è un’altra storia, che oltretutto non c’entra con l’attuale periodo di forzata chiusura. Che, è chiaro, negli ultimi due anni è stata anche imposta dalle prescrizioni Anticovid.

Ricordato però questo dato, che non è certo un dettaglio, bisogna spiegare i motivi dell’ulteriore “blocco” testimoniato in modo plastico da un lucchetto apposto alla cancellata esterna della struttura. Un emblema delle attività sospese sebbene il periodo autunnale in cui di solito la struttura intitolata allo sfortunato Vinicio Caliò (giovane abitante della zona rimasto ucciso nella tragedia de Le Giare, mentre si prodigava per salvare la vita agli ospiti del camping in virtù del grave pericolo di inondazione imminente subito dopo divenuto concreto seminando distruzione e morte) brulicava di nuotatori appartenenti a ogni fascia d’età e categoria. Ragazzi, adulti e addirittura persone molto mature, tutti insieme, nel ruolo di agonisti o semplici appassionati ovvero ancora amanti della cura del corpo. Cittadini rimasti all’asciutto, è proprio il caso di esclamare, a causa di una grande caldaia che avrebbe smesso di funzionare.

E già, perché il gestore - che sarebbe di recente peraltro stato convocato dal competente settore municipale per riferire in merito - sembra chieda l’intervento da parte dell’ente per la riparazione. Punto chiave su cui si sarebbe arenata la questione, considerato come il Comune non sia affatto d’accordo ritenendo invece debba essere il concessionario del servizio a porre rimedio. Si è insomma in una fase di stallo in cui però a essere penalizzati sono, come premesso, gli utenti malgrado molte rimostranze e le “interrogazioni” di alcuni membri del civico consesso che hanno chiesto lumi a riguardo.