Beni per un valore di oltre mezzo miliardo di euro (644 milioni) sono stati sequestrati lo scorso anno dalle fiamme gialle nell’ambito di operazioni coordinate dalla Procura distrettuale antimafia. Cifra che fa il paio con gli 11 milioni di beni confiscati a seguito di accertamenti economico-patrimoniali a carico di condannati e indiziati di appartenere ad associazioni mafiose e loro prestanome. È un bilancio positivo quello messo a punto dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro per tirare le somme sulle attività svolte nel corso del 2016. Gli accertamenti seguono i canali privilegiati del contrasto alle frodi e agli illeciti nel comparto della spesa pubblica nazionale e comunitaria oltre a prevenire le possibili infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico.

 

Ebbene, l’attività ispettiva svolta dal comando provinciale ha consentito di individuare oltre 142 milioni di euro di contributi a carico del bilancio comunitario e nazionale considerati indebitamente percepiti o richiesti con 193 persone denunciate mentre ammonta a oltre 160 mila euro il valore delle frodi accertate nella spesa previdenziale con 36 persone denunciate. 122 milioni di euro è poi il valore dei danni erariali accertati.

 

Approfondite investigazioni sono state predisposte per individuare i reati fiscali economici e finanziari procedendo al sequestro in misura equivalente alle imposte evase per un valore di oltre 19 milioni e mezzo di euro finalizzate alla successiva confisca dei beni. In tale contesto sono state denunciati 112 soggetti responsabili di 142 violazioni tributarie. Infine, la lente d’ingrandimento degli investigatori è stata rivolta al contrasto all’economia sommersa nella duplice fisionomia dell’evasione totale e dello sfruttamento di manodopera irregolare o “in nero”: 12 i datori di lavoro individuati quali utilizzatori di manodopera in nero e irregolare.

 

Luana Costa