L’assemblea Plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura ha deliberato la nomina del procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Lucantonio (12 voti a favore: Maria Tiziana Balduini, Paola Braggion, Michele Cerabona, Antonio D’Amato, Fulvio Gigliotti, Alessio Lanzi, Emanuele Basile, Stefano Cavanna, Michele Ciambellini, Filippo Donati, Concetta Grillo e Loredana Micciché), quale nuovo procuratore generale di Catanzaro, dopo il trasferimento di Otello Lupacchini. La discussione è durata oltre mezz’ora, durante la quale sono emerse le diverse posizioni. Il consigliere laico, Filippo Donati, relatore della pratica, aveva esposto per sommi capi le motivazioni, a cui si sono aggiunti i consiglieri togati, Loredana Micciché e Antonio D’Amato. Il consigliere togato, Nino Di Matteo, invece, ha sposato le tesi di Giuseppe Cascini, che in quinta commissione aveva proposto il procuratore capo di Locri, Luigi D’Alessio (9 voti a favore: Alberto M. Benedetti, Carmelo Celentano, Alessandra Dal Moro, Ilaria Pepe, Giovanni Zaccaro, Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Nino Di Matteo e Mario Suriano) «più anziano di cinque anni rispetto a Lucantonio». La Micciché, tuttavia, ha respinto al mittente le “prediche” di Cascini. «Gli indicatori di Lucantonio sono prevalenti rispetto a D’Alessio e non vengono meno i requisiti previsti dall’art. 32 del Testo Unico. La proposta che ho votato è conforme ai parametri previsti dalle norme».

Poi è stata la volta della replica del professore Donati, ieri presidente del collegio giudicante che ha punito cinque magistrati, di cui due calabresi. «Non accetto insinuazioni di chi dice che per combattere l’altra proposta si sia dimenticato di applicare i temi previsti dal Testo Unico. Mai e poi mai mi verrebbe da dire che questa proposta sia svincolata dai requisiti previsti dalla legge. Ci sono aspetti nettamente prevalenti rispetto a quelli di D’Alessio; il fatto di aver occupato un ufficio direttivo non significa niente, non comporta che uno si assicuri allora sempre nomine di questo tipo. La mia valutazione è stata fatta in buona fede».

Antonio D’Amato inoltre ha aggiunto che «devo constatare con amarezza la presa di posizione di Cascini. L’esperienza del dottor D’Alessio è di straordinario rilievo, sarebbe all’altezza del compito che egli aspira. Il mio convincimento, però, si è formato sulla base del fascicolo che è arrivato in quinta commissione, dove ho scelto Lucantonio», mentre per la consigliera togata, Alessandro Dal Moro «invocare il fatto che esistano dei criteri non significa offendere nessuno. È troppo facile alzare gli scudi, pensando di essere stati toccati nella propria moralità e correttezza. Io propendo per D’Alessio, che mi pare prevalente avendo cinque anni in più». Anche Cesare Celentano ha votato per D’Alessio: «In questa pratica non c’è una netta prevalenza tra i due candidati. Tuttavia ritengo che la figura di D’Alessio sia quella idonea a ricoprire tale incarico». Cascini, infine, ha concluso gli interventi: «La soluzione dei problemi non è quella di scegliere i dirigenti maggiormente validi. Dobbiamo stare attenti dell’uso del potere che abbiamo, perché c’è il rischio di perdersi. Quello che è successo nella magistratura è figlio di questo discorso». Per la cronaca, tre consiglieri si sono astenuti.

Alla guida della procura generale di Reggio Calabria, invece, va Gerardo Dominijanni, fino ad oggi procuratore aggiunto a Reggio, che ha ottenuto in plenum un maggior numero di voti rispetto all'altro candidato Emanuele Crescenti, attuale procuratore a Barcellona Pozzo di Gotto.