«Un’angoscia che non passa» per il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che insieme a Pasquale Motta, nel corso della putata di Dopo la Notizia, ha provato a dare delle risposte alle tante domande che i cittadini del capoluogo di regione e non solo, si stanno ponendo dopo l’incendio verificatosi la notte tra venerdì e sabato scorso, che è costato la vita a tre di cinque fratelli, mentre i superstiti, compresi i genitori, versano in gravi condizioni. «Ho fatto una ricognizione di tutti i fascicoli che riguardano questa famiglia che è stata seguita dai servizi sociali del Comune sotto diversi aspetti».

Per il primo cittadino quel sentimento «certamente in parte condiziona anche le discussioni che stanno avvenendo in questi giorni. Non vorrei che ci limitassimo solo a questo. Questa vicenda deve essere lasciata alla magistratura. Ci deve però costringere ad affrontare in un discorso più ampio, appunto quello del degrado». Solo successivamente «con tutta calma fuori dalla impressione e dall'angoscia di questi giorni tutto quello che è accaduto a questa famiglia, riusciremo a capire se si poteva fare di più e se è stato fatto tutto il possibile».

Fiorita a Dopo la notizia: il problema dei quartieri

«È arrivata l’ora di sollevare il tappeto dove abbiamo nascosto la polvere per molti anni – sostiene il primo cittadino di Catanzaro -, è arrivata l’ora di affrontare questo problema delle periferie della zona di Catanzaro, con la consapevolezza che la sorte di quelle persone che vivono lì non dipende dal sindaco tantomeno da un’assistente sociale ma è una questione che interroga tutti e che può essere risolta soltanto se lo Stato in tutte le sue componenti, e se la cittadinanza e la comunità, in tutte le sue componenti, vorranno compiere uno sforzo massimo per risolverla. Altrimenti – dice Fiorita - non ce la faremo mai e ci limiteremo poi a alle parole di circostanza, ci limiteremo poi a capire se a una domanda abbiamo avuto una risposta, ma lì il disagio, il degrado, l’abbandono, l'abitudine all'illegalità come sono cresciute e maturate per anni le affrontiamo non le risolviamo in un giorno e nessuno le può risolvere da solo».

«Sono stati costruiti dei quartieri ghetto, dove si è subito registrato un tasso di illegalità altissimo, mi riferisco soprattutto all’occupazione delle case. Purtroppo non si è avuta, se non in alcuni momenti, la forza di affrontare tutte le conseguenze che si sono venute a creare». Per Fiorita bisogna «ripartire da zero».

«L’Aterp, che decide a chi assegnare le case popolari - potrà confermare che ancora non sono state chiarite quali sono le competenze loro e quali quelle del Comune. Dobbiamo sapere per potere intervenire sui quartieri – continua il sindaco -. Con il commissario Petrolo ci siamo detti che tutto ciò che non è stato fatto fino ad ora, avremmo dovuto farlo noi. I quartieri degradati sono stati oggetto di tanti rinvii, per anni se non per decenni. Oggi esistono dei modelli a disposizione per risanare quartieri come Viale Isonzo, prendere esempio da quello che è stato fatto a Scampia. Controllo del territorio, rimozione dell’illegalità attraverso nuove risorse, strategia di ricollocamento degli abitanti. Io sono per abbattere le palazzine che ancora non sono state terminate, non possiamo portare persone fin quando non riusciremo ad offrire legalità e possibilità di vita».

«Dobbiamo rimuovere le cause che hanno determinato quella illegalità. Io posso inviare l’esercito e può essere pure che di fronte a tre ragazzi che sono morti ce lo mandino. Ma quanto ci sta 10 giorni, 15 giorni, un mese e poi? La questione la dobbiamo affrontare con i tempi lunghi che servono per far fronte a tutti i danni che sono stati prodotti in questi anni. Dobbiamo ripristinare la legalità e dare possibilità di vita, dobbiamo portare i delinquenti in carcere e i ragazzi di quei quartieri nei licei. Se non riusciamo a fare questo non riusciremo mai a rendere le cose, mettiamo il termine tra virgolette, “normali”».

«Dobbiamo pensare di dare una sensazione di normalità alle persone per bene che vivono lì, che significa rimuovere chi occupa le case e garantire che chi segue le leggi non venga vessato evitare che quello sia il teatro dello spaccio». Poi «illuminare quei quartieri e portare le forze dell'ordine» ma allo stesso tempo «dare delle possibilità di iniziare dei percorsi di inserimento». Parlando di un progetto sulla raccolta differenziata dice che «occuperà quattro persone di quei quartieri che lavoreranno per educare le persone dei quartieri stessi a differenziare. È chiaro che il comune può fare cose piccole simboliche per far vedere che lì si può lavorare, far vedere che lì si possono rispettare le regole. Ma se noi questa cosa la facciamo diventare grande come è diventato per esempio a Scampia e allo Zen, allora forse avremo una possibilità. «Altrimenti venerdì alle 15, che l'orario e il giorno ancora non ufficiali ma molto presumibili dei funerali, piangeremo e poi ci si volterà dall’altra parte. Io non lo farò, soprattutto perché sono il sindaco. A me non interessa un’intervista in più o in meno a me mi interessa risolvere questo problema».

Fiorita a Dopo la notizia: le soluzioni

«Ho una pila di fascicoli enorme sulla mia scrivania, stiamo facendo una corsa in questi primi cento giorni per rivedere tanti dossier sulle scuole, sul ripristino di centri sociali in questi quartieri per cercare di non perdere finanziamenti». Ha continuato Fiorita che però chiede «un’assunzione di responsabilità da parte di tutti».

«Noi proveremo in tutti i modi a far sì che questa questione arrivi ad essere d’interesse nazionale -afferma con forza il sindaco -. La nostra amministrazione andrà in queste zone. Però non deve passare il messaggio che Catanzaro sia una città degradata. Noi ci impegneremo affinché questi problemi vengano risolti. Certo sarà una sfida lunga e dura ma se giochiamo per vincere possiamo vincere, se giochiamo per le telecamere perderemo sempre – conclude Fiorita -. Dobbiamo essere aiutati, non possiamo essere lasciati con un secchiello a cercare di svuotare il mare, ci riusciremo solo se lo stato farà la sua parte. Sennò continueremo solo a mettere delle toppe».

RIVEDI LA PUNTATA SU LAC PLAY