«Il Sant'Anna è perfettamente in regola con i requisiti e con tutti gli adempimenti di legge. Il problema nasce da un cortocircuito tra le istituzioni». Lo ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione della clinica Sant'Anna, Gianni Parisi, parlando con i giornalisti a margine del Consiglio comunale di Catanzaro, che oggi si occuperà della crisi della struttura, un'eccellenza nel campo della cardiochirurgia in Calabria: il Sant'Anna, che da due settimane ha sospeso le sue attività, è a rischio chiusura per mancanza di liquidità finanziaria e per il mancato rinnovo dell'accreditamento, inoltre circa 300 dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro.

«Oggi – ha esordito Parisi - siamo qui con l'obiettivo di raccontare la nostra verità. Stiamo facendo di tutto per ripartire con le attività del Sant'Anna, nell'interesse dei pazienti, dei lavoratori e di una sanità calabrese che secondo noi non può fare a meno di un'eccellenza qual è il Sant'Anna. Ringraziamo il Consiglio comunale: questo passaggio rappresenterà sicuramente un piccolo passo avanti verso la soluzione del problema, perché - ha proseguito il presidente del Cda del Sant'Anna - sono certo che i consiglieri comunali sapranno quale indirizzo formulare e magari insieme a noi provare a incontrare il commissario ad acta Longo, che è quello che deve dire l'ultima parola sulla vicenda. Oggi è una giornata importante».

Secondo Parisi «il Sant'Anna è perfettamente in regola con i requisti, è perfettamente in regola con tutti gli adempimenti di legge. Il problema nasce da un cortocircuito tra le istituzioni, tra l'Asp e la Regione che non ha portato a compimento l'iter amministrativo burocratico finalizzato al rinnovo del nostro accreitamento. Il problema è lì, non è un problema del Sant'Anna, che è in piena regola. E noi siamo pronti a dimostrarlo dappertutto. Ci sono 300 interventi che non abbiamo potuto fare dal 26 dicembre, abbiamo continue richieste di pazienti che, disperati, ci chiedono quando riapriremo, Purtroppo – ha evidenziato il presidente del Cda della clinica - abbiamo testimonianza di pazienti che sono stati costretti già oggi a partire per fare interventi fuori. Questo non significa che in Calabria c'è solo il Sant'Anna, ma vuol dire che probabilmente l'offerta cardiochirurgica non è sufficiente a soddisfare le esigenze dei calabresi, se è vero che 612 pazienti nel 2020 sono andati fuori regione. Con la chiusura del Sant'Anna – ha spiegato Parisi - difficilmente i pazienti che erano in lista d'attesa del Sant'Anna possono essere assorbite dalle altre strutture di cardiochirugia, se i numeri sono quelli».

Atto di indirizzo del Consiglio comunale: «Salvare centro eccellenza»

«Un intervento immediato, perentorio, incisivo ed efficace – coinvolgendo anche la classe dirigente, quella medica, quella politica-parlamentare e quella accademica del territorio – affinché si trovi una soluzione urgente e immediata che garantisca la continuità delle prestazioni al Sant’Anna Hospital, salvaguardando sia la salute dei pazienti sia l’ubicazione a Catanzaro del centro cardIochirurgico». Lo prevede un atto di indirizzo approvato all'unanimità dal Consiglio comunale di Catanzaro sulla crisi del Sant'Anna Hospital.

L'atto di indirizzo per salvare il sant'Anna Hospital è rivolto al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza perché, si legge, «assumano ogni iniziativa utile a salvaguardare le eccellenze del Sant’Anna Hospital, i suoi livelli occupazionali e le prestazioni erogate sul territorio, anche in considerazione che il commissario ad acta alla Sanità in Calabria e la triade commissariale dell’Asp di Catanzaro sono espressione del Governo nazionale di cui loro stessi sono la più alta rappresentazione». Prima dell'approvazione dell'atto di indirizzo sono intervenuti numerosi consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione. A concludere gli interventi, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. Alla seduta del Consiglio comunale ha assistito anche una delegazione dei dipendenti del Sant'Anna Hospital.