Blitz nel quartiere degradato di viale Isonzo dove le forze dell'ordine hanno allontanato un nucleo familiare murando la porta d'ingresso dell'appartamento di proprietà dell'Aterp
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L'avviso di sfratto Giusy Ranieri lo ha ricevuto il 30 luglio scorso. Un decreto di sequestro preventivo con contestuale sgombero richiesto dal procuratore aggiunto, Giancarlo Novelli, e vergato dal gip del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà. L'appartamento al civico 222 di viale Isonzo a Catanzaro era stato occupato abusivamente e in mattinata le forze dell'ordine hanno raggiunto il grande ghetto a sud della città per dare esecuzione al decreto.
Forse un segnale che annuncia la svolta, dopo i pluriannunciati sgomberi nei fatti però mai avvenuti. Nel quartiere dove deliquenza e abusivismo si autoalimentano in un circolo perverso, Giusy, 38enne con cinque figli minori a carico, aveva deciso lo scorso 16 settembre di prendere possesso di quell'appartamento vuoto. «Questo alloggio era libero, la porta l'ho trovata aperta» racconta appena qualche ora prima dell'intervento delle forze dell'ordine che hanno allontanato il nucleo familiare murando la porta d'ingresso dell'appartamento di proprietà dell'Aterp.
«Prima vivevo in un alloggio con i topi e il bagno mi si era allagato tre volte tanto da rendere necessario l'intervento dei vigili del fuoco - spiega Giusy -. Ovviamente non potevo più viverci con i bambini anche perchè era troppo piccolo». Le operazioni sono andate avanti tutta la mattinata fino alle 12.30 quando gli operai incaricati dall'Aterp hanno raggiunto il primo piano con calce e mattoni per murare la porta d'ingresso dell'appartemento per evitare nuovi abusi e nuove occupazioni.
«Il 30 luglio i carabinieri mi hanno notificato lo sfratto, mi hanno dato sette giorni di tempo chiarendomi che l'alloggio era stato assegnato ad un'altra persona. Ma io dove me ne devo andare? Io non ho la possibilità di prendere in affitto un altro appartamento».