Riace come metafora di accoglienza e libertà. La sala consiliare stracolma di gente arrivata da ogni parte d’Italia per dare forza al sindaco Mimmo Lucano oggi dimissionario.

 

Il sindaco diventato l 'emblema di come si possa fare accoglienza arricchendo il territorio sia economicamente che a livello culturale è stato infatti posto sotto inchiesta per una registrazione relativa ad un eventuale finanziamento sul rischio di dissesto idrogeologico.

 

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La cosa che veramente è notevole di questa manifestazione è la massiccia partecipazione di gente segno evidentemente che Lucano comunque ha raggiunto il suo obiettivo politico, il suo sogno di rendere Riace il paese dell'accoglienza . In un mondo sempre più chiuso e freddo di fronte allo straniero, nel paese in cui la Lega è un partito di governo, in Calabria regione fanalino di coda per quanto riguarda lo sviluppo economico Mimmo Lucano inventa la moneta locale per i migranti, rende l'acqua pubblica e non ha intenzione evidentemente che sulla sua figura ci possano essere ombre.

 

Il motto dell'assemblea è stato “Se muore Riace muore un sogno”. Tutti i consiglieri comunali presenti lo hanno esortato ad andare avanti. Anche la minoranza consiliare hanno condannato il gesto. Lucano ha ora il pieno mandato ad amministrare Riace dal civico consesso.

 

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L 'uomo che intorno all'esperienza dell'accoglienza ha impostato la sua personale lotta al malaffare attraverso il suo ambientalismo ed alla sua concreta utopia di solidarietà sociale esempio colto in tutto il mondo e forse meno in Calabria. Ma perché l'esperienza di Lucano è diventata il modello Riace ed ha catturato l'attenzione di tutto il mondo? Forse semplicemente perché questo sindaco per primo sa capito che il migrante non è un problema da risolvere ma una opportunità da cogliere. Mimi come lo chiamano gli amici non ha tessere di partito. Il suo è il partito di Peppino Impastato e di Peppino Lavorato.

Anche il presidente della Regione Mario Oliverio è arrivato a Riace per esprimere solidarietà al primo cittadino.

 

Sonia Rocca