Ci sarebbe un brutto giro di calcio scommesse dietro la morte di Denis Bergamini. L’ipotesi viene avanzata all’interno di un servizio trasmesso da RaiSport. Il giornalista estensore del servizio cita fonti anonime della Procura di Castrovillari da cui avrebbe appreso della deposizione di alcuni supertestimoni mai ascoltati in questi 28 anni di silenzio e di omertà calati sul tragico decesso dell’ex giocatore del Cosenza.

Come si ricorderà, il procuratore Eugenio Facciolla ha riaperto le indagini, accusando Isabelle Internò, ex fidanzata del giovane, e Raffaele Pisano, l’autista del camion che ha investito il povero calciatore, di omicidio volontario in concorso con l’aggravante dei motivi futili e abbietti. Dopo la riesumazione del cadavere si attende l’esito degli accertamenti disposti dal giudice per le indagini preliminari.

 

Indiscrezioni su combine gestite con la benedizione dei clan locali

Intanto, secondo quanto sostenuto da RaiSport, non ci sarebbe un movente passionale dietro la morte di Bergamini. Emergerebbe invece, un sistema di partite oggetto di un vasto meccanismo illecito finalizzato al calcioscommesse che gli inquirenti ritengono gestito in campo da un gruppo di giocatori militanti in quegli anni nella compagine silana, con la benedizione dei clan operanti in città.

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Bergamini voleva rescindere il contratto

Donato Bergamini avrebbe chiesto l’immediata cessione dal Cosenza, impedita di fatto, da una sorta di clausola rescissoria del calcio di quei tempi. Una sorta di ricatto. Qualcuno del gruppo illecito di quel Cosenza minacciò il ragazzo di rivelazioni sulla sua vita privata, compresa la frequentazione di donne legate a giri criminali. Secondo la ricostruzione di RaiSport, il famigerato sabato pomeriggio del novembre del 1989 Bergamini cadde in un tranello: in macchina, in dolce compagnia, arriva in un posto dove avrebbe trovato qualcuno ad attenderlo, forse più persone. Gli inquirenti ipotizzano un soffocamento con un sacchetto di plastica e, una volta stordito, un colpo al fianco sinistro con un attrezzo per lavoro di edilizia. Poi la presunta agonia e, forse, nessun camion a schiacciarlo.

Il commento di Donata Bergamini

«Prendo atto di quanto detto nel servizio sul Rai Due - scrive sul proprio profilo facebook Donata Bergamini, sorella del compianto calciatore - Sulla morte di mio fratello ne sono state dette tante. Dette poi smentite poi ridette. Non conosco le fonti del giornalista del servizio anche se vi si citano fonti della Procura. Quel che so è che apprezzo moltissimo il lavoro del Procuratore e dei suoi collaboratori. Mi fido del mio avvocato. Di questo servizio e del suo contenuto non so nulla. Ognuno deve fare il suo mestiere. Io ho il mio ruolo. Denis era mio fratello ed è bene tenerlo sempre a mente».