San Pietro Lametino, frazione di Lamezia Terme. Qui convivono forzatamente in delle schiere di palazzine da anni italiani, rom e stranieri. Pochi gli occupanti legittimi, tanti quelli abusivi. Ad accumunali il degrado in cui sono costretti a vivere, fogne a cielo aperto, topi in casa, soffitti che crollano. Un vero e proprio micro terzo mondo a cui hanno dato un forte contribuito alcune delle famiglie rom trasferite qui a seguito dell’ordinanza di sgombero del campo di Scordovillo nel 2011 e che negli anni hanno dato fuoco agli appartamenti e smontato infissi e porte. Una soluzione per potere uscire da quello che sembrava un cul de sac è il finanziamento ministeriale ottenuto dall’Aterp per mettere in sicurezza la rete fognaria esterna ed interna alle palazzine. Un milione e mezzo di euro che però per potere essere utilizzato prevede che il Comune sgomberi prima gli appartamenti. Ma l’amministrazione di Lamezia Terme, commissariata, non sa dove portare gli attuali residenti, abusivi e non e ha diffidato l’Aterp e Poste italiane al ripristino della funzionalità della condotta fognaria.

 

Un vero e proprio braccio di ferro, un muro contro muro in cui ad avere la peggio sono coloro che lì continuano ad abitare. L’aria è insalubre, la puzza di fogna insopportabile, i liquami in strada continui. Gli appartamenti si affacciano su estese discariche di rifiuti, mancano le porte, i soffitti crollano. Nei bagni, e non solo, penetra acqua che sgocciola accanto alle prese elettriche, i mobili sono divorati dai topi. Il via vai in pronto soccorso è prassi vista la presenza di roditori e insetti che causano lesioni ad adulti e bambini. Una donna di etnia rom ci fa entrare in casa per vedere in che condizioni sia costretta ad abitare, zoppica, il piede è gonfio e sono visibili i segni della puntura di qualcosa.

 

Ci racconta che da tempo aspetta di essere portata via e che tra una promessa e l’altra è qui da quasi dieci anni. Addirittura anche Scordovillo, ci dice, sarebbe meglio. A creare disagi ulteriori è l’isolamento. Senza mezzi propri diventa difficile raggiungere una farmacia o un supermercato o, ancora, una guardia medica o un ospedale. Della vicenda si sta occupando l’esponente di Fratelli d’Italia Mimmo Gianturco preoccupato che nello scontro Comune- Aterp ad avere la peggio sia chi da tempo cerca di andare via da qui o di potere vivere in condizioni dignitose. «Mi chiedo come sia possibile non capire che nessuna ditta al mondo sarebbe disposta ad eseguire i lavori in oggetto con la presenza fisica degli occupanti – dice Gianturco - Tra l’altro, l'art 50 comma 5 del D.lgs18 agosto 2000, n. 267 (T.U. delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali - a norma dell'articolo 31 della legge 3 agosto 1999, n. 265-) prevede che “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana ” . E, in questo caso, è la commissione straordinaria a dover trovare una soluzione in qualità di massima autorità sanitaria in ambito locale».

 


«La scadenza per l’affidamento dei lavori è a gennaio 2020 e il Comune di Lamezia Terme, non può permettersi di perdere questa opportunità. Invito il Commissario Alecci a individuare celermente delle strutture alternative dove allocare gli occupanti in modo da accelerare tutto l’iter burocratico e far partire i lavori in tempo utile. Diversamente - spiega- sarà lui stesso il responsabile di questo ennesimo fallimento amministrativo. Confido nella sensibilità di S.E. Prefetto Ferrandino con la speranza che riesca ad aiutare il nostro territorio anche questa volta».