Una conferenza stampa per illustrare i dettagli della querela rivolta ai tre commissari del Comune di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese: l'ha convocata questa mattina l'ex sindaco Carolina Girasole, vittima, a suo dire, di ingiustizie derivanti dalla relazione prodotta dalla triade alla Prefettura, dalla quale è emersa la situazione di incandidabilità a suo carico. «Ho ritenuto di querelare i commissari – ha dichiarato la Girasole – poiché all'interno di quella relazione sono scritte un sacco di cose infamanti sulla mia persona: mi si dichiara responsabile del malgoverno locale, e di essere stata quella che ha piegato l'amministrazione agli interessi della 'ndrangheta. Nella relazione non ci sono atti precisi dai quali si evince chiaramente qual è l'addebito che mi viene fatto: c'è un'enunciazione generale, ma non si trova l'atto specifico col quale mi sono potuta difendere. In realtà non mi sono potuta difendere perchè il Tribunale di Crotone ci ha impedito di portare gli atti che, il giorno prima dell'udienza, finalmente eravamo riusciti a recuperare. Per difendere l'attività amministrativa, gli amministratori che hanno avuto il coraggio di fare scelte impopolari in quel territorio, e il mio buon nome, ho deciso di fare questa querela e di parlare a tutta la comunità di tutto ciò che sta accadendo».

«L'attività amministrativa – continua l'ex sindaco – è stata incentrata sulla difesa degli interessi della comunità, e questo è testimoniato da una serie di atti amministrativi, da testimonianze ed eventi pubblici che ci hanno visti protagonisti nei cinque anni di mandato elettorale (dal 2008 al 2013 n.d.r.). L'ulteriore ingiustizia che voglio denunciare oggi, già preannunciata, è il ruolo della Prefettura, con la quale abbiamo lavorato quotidianamente, cercando di trovare soluzioni a problematiche decennali: abbiamo assegnato i 98 ettari di terreno, costituendo una cooperativa sociale, abbiamo abbattuto dei manufatti, nonché abbiamo affiancato ogni giorno il percorso amministrativo con la Prefettura che ci ha supportato e guidato nelle scelte, e nelle difficoltà che un'amministrazione trovava».

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«L'insieme di tutte queste cose – ha dichiarato Carolina Girasole – mi ha spinto a querelare e non tacere più, perchè fin adesso ho avuto la possibilità di difendermi nelle aule di tribunale con la documentazione che porto sempre in difesa dell'attività amministrativa; adesso le cose sono diverse. Siccome viene messo in discussione tutto il percorso amministrativo, io non ci sto: non posso far passare l'idea che anche noi eravamo dei collusi. Possiamo dimostrare che la realtà è tutt'altra». «In questo momento, il mio è uno stato d'animo di paura – conclude la Girasole – quando bloccavo interessi particolari in quel territorio, mi si chiedeva se avessi paura: ecco, oggi ho paura, forse più di prima, perchè quello che sta accadendo non ha molte spiegazioni. Non è giustizia quella che stiamo vivendo».

 

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