VIDEO | Le strategie delle famiglie per riuscire a risparmiare qualcosa sui testi scolastici hanno subito una brusca accelerata. Siamo stati a Lamezia per capire come funziona il sistema
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Duecento euro per una prima media, dai trecento ai quattrocento per una prima superiore per poi aggirarsi sui trecento euro ad anno durante le classi successive. E’ una vera e propria tegola per le famiglie quella che li aspetta a settembre quando si trovano a dovere comprare lunghe liste di testi scolastici. Ma il ricorso all’usato è ormai brevettato. Si risparmia dal 30 al 50 per cento su ogni testo. Siamo stati a Lamezia Terme nel mercatino gestito dall’associazione Identità Nazionale per capire come funziona il sistema per chi compra e per chi vende.
I libri usati
Si inizia a lavorare ogni anno ai primi di agosto accogliendo chi porta libri scolastici da vendere. Il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di ogni testo dipendono dalle condizioni in cui questo è tenuto. Copertine stracciate ed esercizi compilati fanno calare il valore del libro che viene pagato meno a chi lo porta e consente di riacquistarlo al nuovo proprietario a un prezzo vantaggioso. Il via vai è continuo. Non tutti riescono a trovare cosa serve loro e confidano in ciò che ancora non è stato catalogato. Per chi riesce, invece, a trovare diversi testi il risparmio è notevole. Una mamma ci dice di avere trovato sei libri usati il cui valore da nuovi era di trecento euro spendendo al mercatino cento euro, meno della metà.
I risparmi per le famiglie
E sono quasi sempre le mamme a farsi carico della ricerche, arrivano con le liste dei libri e attendono speranzose le risposte dei ragazzi che cercano nel sistema i codici per individuare i testi disponibili. C’è chi, invece, fa da solo tramite gruppi facebook in cui propone i libri che cerca e quelli che vuole mettere in vendita. Di certo è che la questione del libro usato è cresciuta nel tempo insieme a consapevolezze che vanno oltre il mero risparmio o guadagno economico. Si va dalla questione ambientale legate al riuso, a quella di principio contro le presunte speculazioni delle case editrici che, variando le edizioni di anno in anno, costringono a non potere riutilizzare quelle precedenti.