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La Parlamentare Enza Bruno Bossio fin dall’inizio del suo mandato si interessa di diritti civili: le sue viste nelle carceri di tutta Italia ormai non si contano più. Anche i CARA da tempo sono nel mirino della parlamentare calabrese, che più volte ne ha denunciato le disfunzioni e su qualcuno di questi è andata anche oltre, denunciando veri e propri business sulle spalle dei poveri migranti. Tra questi il CARA di Crotone tra i più grandi d’Italia. Battaglia dopo battaglia, a poco a poco, finalmente si stanno accendendo i riflettori sulle gestioni dei CARA che ormai stanno diventando insopportabili e insostenibili sul piano dei diritti umani e per il rischio di pesanti infiltrazioni mafiose.
Pochi giorni fa, il Corriere della Sera aveva puntato i riflettori sulla gestione del CARA di Crotone con un pesante e inquietante pezzo di Goffredo Buccini. A distanza di qualche giorno ci ritorna il settimane L’Espresso che svela il business intorno al CARA e alla sua gestione, le amicizie importanti del suo deus ex machina, Leonardo Sacco. Il gioco delle società intorno alla fornitura dei pasti e i tanti legami non chiari all’interno della sua gestione.
L’inchiesta dell’Espresso parte dalla fornitura dei pasti del centro d’accoglienza per migranti, dove già emergerebbe il sistema affaristico-politico-mafioso che regge uno dei Cara più grandi d’Italia, il Sant’Anna. A gestire il servizio Pasquale Poerio, attuale consigliere comunale di Forza Italia al comune di Isola, con l’azienda “Quadrifoglio”. Prima di lui a fornire i pasti ai migranti era la società gestita da Antonio e Fernando Poerio e delle loro mogli, a cui era stato sospeso il certificato antimafia.
A gestire la struttura 'le Misericordie' di Isola Capo Rizzuto, presieduta da Leonardo Sacco, che vanta rapporti con il ministro dell’Interno Angelino Alfano. E forse anche grazie a queste frequentazioni, riporta ancora l’Espresso, sarebbe riuscito a vincere l’appalto per il centro d’accoglienza di Lampedusa, affidata con procedura negoziata e in deroga alle norme.
Le denunce
Già il 15 agosto 2013 un ispettore di Polizia, dopo aver indagato all’interno del Cara di Isola, aveva mandato una comunicazione su “notizia di reato di illeciti penali” rilevati nella struttura d’accoglienza. Secondo il poliziotto, i numeri degli ospiti sarebbero gonfiati, fino al doppio delle presenze effettive, e i migranti fuggiti rimarrebbero a lungo ufficialmente presenti nel centro, per continuare ad ottenere i rimborsi.
Ma problemi la Prefettura li ha rilevati anche nel 2014, quando ha riscontrato irregolarità sull’erogazione del pocket money. Quella cifra, 20mila euro, è stata rapidamente recuperata, ma, almeno secondo la deputata Enza Bruno Bossio, che sulla questione ha anche presentato una interrogazione parlamentare, i numeri erano ben diversi da quelli rilevati nei controlli della Prefettura. Meccanismi messi in atto per aumentare i costi, del pocket money, ma anche per vestiti e sim telefoniche. Decine le segnalazioni in questi anni da parte di associazioni, parlamentari, ma finora nessun effetto è stato prodotto. E intanto le Misericordie a Isola Caporizzuto, “dopo un albergo, una quota dell’aeroporto e la polisportiva, stanno costruendo un cinema in paese”….