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Il procuratore facente funzioni di Paola, Maurizio De Franchis, ha chiesto al giudice monocratico Alfredo Cosenza, al termine della sua requisitoria, la condanna a un anno e quattro mesi di carcere per i quattro giovani di Sangineto accusati di aver seviziato ed ucciso un cane il 21 giugno dello scorso anno. Come si ricorderà gli autori del barbaro gesto hanno anche filmato e successivamente pubblicato su facebook la brutale sequenza video, scatenando sdegnate reazioni in tutto il paese.
Dei quattro imputati, Nicolas Fusaro, Giuseppe Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata, erano presenti in aula soltanto i primi due. All’esterno del tribunale invece, ci sono i rappresentanti di alcune associazioni animaliste che hanno chiesto di essere ammesse come parte civile. Il procuratore De Franchis ha ripercorso le indagini, condotte dai carabinieri, apostrofando i quattro giovani con parole dure, sottolineando che si è trattato di un atto di crudeltà gratuito nei confronti di un animale randagio, ribattezzato “Angelo” che mai era risultato essere pericoloso.
All’inizio dell’udienza, il giudice aveva rigettato la richiesta avanzata dai legali della difesa, di ammettere i quattro giovani imputati alla messa in prova ai servizi sociali. Se il giudice avesse accordato l'istanza il processo sarebbe stato sospeso ed il reato contestato si sarebbe estinto al termine della misura alternativa. Per la gravità della vicenda, il giudice non ha ritenuto opportuno consentire agli accusati di accedere al percorso riparativo.
Il giudice ha poi valutato in camera di consiglio, la richiesta delle tante associazioni animaliste di costituirsi parte civile. Ne sono state ammesse circa trenta. Secondo la ricostruzione, facilitata proprio dal filmato realizzato dagli imputati, i quattro ragazzi avrebbero prima attirato il cane, poi lo hanno impiccato ad un albero e lo hanno poi finito a colpi di pala sulla testa. Adesso rischiano tutti una dura condanna. Al termine delle arringhe il giudice deciderà se andare in camera di consiglio per emettere la sentenza oppure accordare un rinvio dell'udienza per permettere all'accusa di replicare.
Salvatore Bruno