Tra un anno Gratteri non sarà più a capo della procura di Catanzaro. Da scegliere anche i dirigenti degli uffici direttivi di Cosenza, Crotone e Paola. E se Bombardieri va a Torino, si libererà anche Reggio Calabria
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Tra un anno in Calabria ci saranno tanti nuovi dirigenti giudiziari che ricopriranno i ruoli di procuratore e presidente. In attesa di capire i tempi di discussione della pratica di Nicola Gratteri quale capo della procura di Napoli, nei due distretti giudiziari della nostra regione continua ad esserci assai fermento per gli incarichi apicali degli uffici determinanti al corretto funzionamento della giustizia. Nel nostro racconto, partiamo da Reggio Calabria.
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Bombardieri, uno sguardo a Torino
È risaputo quanto sia stato in bilico fino all’ultimo istante il posto di procuratore capo di Reggio Calabria per il magistrato reggino Giovanni Bombardieri. Il pressing giudiziale messo in atto dal collega Raffaele Seccia ha costretto il Consiglio Superiore della Magistratura a riformulare la delibera per tre volte, fin quando tutta l’assemblea plenaria ha trovato la “quadra”, puntando di nuovo sul nome di Bombardieri. Dal punto di vista tecnico, gli anni che ha ricoperto finora Bombardieri, dal 2018 ad oggi, con una riconferma delle funzioni già in tasca per il primo quadriennio, risulteranno fondamentali per il suo prosieguo. E cosa bolle allora in pentola? Bolle la poltrona di procuratore capo di Torino, ufficio direttivo più grande di quello di Reggio Calabria, in passato diretto da magistrati del calibro di Armando Spataro.
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Bombardieri ha presentato domanda insieme a tanti altri colleghi, tra cui il cosentino Paolo Guido, balzato agli onori della cronaca per la cattura dopo 30 anni di latitanza del superboss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Oggi il togato originario di Acri, ma che ha sviluppato la sua giovinezza a Cosenza, è procuratore aggiunto di Palermo, ovvero coordina una decina di pm. E questo, dal punto di vista dei titoli necessari per spuntarla su un altro candidato, assume un dettaglio importante, seppur in questo caso in maniera recessiva rispetto a Bombardieri. Quest’ultimo insomma è tra i candidati più autorevoli per guidare la procura di Torino, pratica che potrebbe essere trattata alla ripresa della pausa estiva. Da lì in poi, eventualmente, partirà l’assalto alla procura di Reggio Calabria, un ufficio molto ambito che apre le porte verso lidi molto più prestigiosi. Vedi le ascese professionali di Giuseppe Pignatone e Federico Cafiero de Raho, entrambi oggi in pensione. Lo stesso Paolo Guido potrebbe entrare in gioco per Reggio, così come lo è a pieno titolo per la procura di Messina.
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Distretto giudiziario di Catanzaro, che fervore!
Salendo verso il cuore della Calabria, non si può non iniziare a parlare della procura di Catanzaro. Non ci sono dubbi sul fatto che l’avvento di Nicola Gratteri abbia elevato l’ufficio direttivo, prima poco considerato dai magistrati che puntavano all’avanzamento di carriera. Oggi c’è una grande attenzione da parte della magistratura sul Palazzo situato nel capoluogo di regione, dove lavorano più di trenta pubblici ministeri impegnati tra fascicoli di procura ordinaria e quelli distrettuali. Anche perché proprio Gratteri, al nostro network, alcuni mesi fa disse che lascerà una procura capace di realizzare indagini di qualità per almeno altri cinque anni. Chi sarà il suo erede raccoglierà dunque i frutti del lavoro svolto finora, soprattutto nel contrasto al crimine organizzato di stampo mafioso.
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Facendo un passo indietro, l’interesse più vivo oggi è riconducibile al giorno in cui il Plenum del Csm tratterà la sua pratica, unitamente a quella di Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, e Rosa Volpe, attuale procuratore facente funzioni di Napoli. In linea di massima, ci sarebbero tante possibilità che la decisione arrivi tra il 26 e il 27 luglio, sempre che siano pronte le tre delibere che dovranno essere presentate all’assemblea plenaria di Palazzo dei Marescialli. Se questo non dovesse avvenire, il discorso sarebbe rinviato a settembre, forse la prima data utile per la fissazione del Plenum.
Che aria si respira intorno a questa votazione? Partendo dal presupposto che tutti e tre i candidati sono autorevoli e stimati dalla magistratura indipendente e correntizia, la valutazione sarà fatta ovviamente sui titoli. E in questo senso Gratteri ha ad oggi una marcia in più rispetto agli altri due. I quattro voti che gli sono stati dati in commissione in realtà sono significativi di una possibile ampia convergenza sul magistrato di Gerace che, numeri alla mano, potrebbe avere un sostegno bipartisan. Difficile, allo stato, immaginare un ribaltone, come paventato da alcuni giornali nazionali.
Il successore di Nicola Gratteri
Una cosa è certa: l’anno prossimo di questi tempi Nicola Gratteri non sarà più procuratore di Catanzaro. E qui comincia un’altra partita, ancora più interessante. Seguendo il ragionamento fatto prima, non è da escludere che vengano presentate domande da magistrati di fama, ovvero noti al grande pubblico. Ma a ciò si aggiunge che per la procura di Catanzaro concorreranno senza alcun dubbio togati già formatisi professionalmente in Calabria. A tal proposito, circolano tanti nomi. A cominciare dal procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla, già candidato per la procura di Firenze, poi andata a Spiezia, e per quella di Messina (altra pratica di rilievo), fino ai magistrati Salvatore Curcio (procuratore di Lamezia Terme), Giuseppe Capoccia (procuratore di Crotone), Sebastiano Ardita (già consigliere del Csm, in corsa anche per Messina, lo stesso Paolo Guido, senza dimenticare Francesco Curcio (procuratore di Potenza) e Giuseppe Lombardo (procuratore aggiunto di Reggio Calabria). Non è da escludere che all’elenco possa aggiungersi Vincenzo Luberto, oggi sostituto procuratore generale di Reggio Calabria. Una storia nota la sua, che sta per giungere a conclusione. Dopo aver incassato anche la seconda assoluzione sulla vicenda Aiello, potrebbe tornare in pista, una volta archiviato il processo disciplinare, dove le incolpazioni sono identiche a quelle contestate nel processo penale.
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Cambiano anche altre tre procure
Nel 2024 saluterà la magistratura il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, giunto alla soglia dell’età pensionabile. Lascerà una procura in salute, dove i veleni sono ormai un lontano ricordo. L’unico handicap è rappresentato dalla carenza d’organico. Andata via la dottoressa Margherita Saccà, passata alla Dda di Reggio Calabria, nei prossimi mesi non sarà facile gestire il carico dei fascicoli, viste altre assenze in programma, nonché la scopertura di un posto che sarà colmato solo alla fine dell’anno in corso dall’arrivo di un Mot. Il timone poi passerà al nuovo procuratore aggiunto Antonio D’Alessio, che nelle scorse settimane ha incontrato Spagnuolo per un rapido saluto.
Storicamente la procura di Cosenza è molto ambita. In questo caso però si configura una selezione di candidati più ristretta rispetto a quella per Catanzaro. Ma alcuni nomi potrebbero rientrare nella contesa in riva al Crati. Ci sarà un nuovo procuratore a Crotone e pure a Paola. Insomma, c’è tanta carne al fuoco, se consideriamo che il Csm dovrà scegliere inoltre il nuovo presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e il nuovo presidente del tribunale di Cosenza.