Ieri a Tropea c’era aria d’estate. La perla del Tirreno, il 3 febbraio, ha assistito al primo bagno della stagione. E lo ha fatto a dispetto delle previsioni meteo a tinte fosche: quelle che preannunciavano, per la Calabria, una delle peggiori settimane dall’inizio dell’inverno.
Robe, per intenderci, tipo quelle «prese pari pari dalla Bibbia» di bersaniana memoria (Samuele, ca va sans dire: non Pierluigi!). A sfidare la sorte, due temerari, due personaggi ignoti, quasi certamente “foresti”, che in tarda mattinata, sotto gli occhi divertiti di più d’un passante, si sono concessi un bel bagno rigenerante dalla spiaggia del Mare Piccolo, all’ombra della Madonna dell’Isola. Ad ispirarli, il discreto spiraglio di sole che ha premiato la perla del Tirreno, risparmiata da Giove Pluvio, ed anzi protagonista di una bella mattinata chiara.

 

Tuttavia, Sole a parte, sul fatto che i due signori fossero stranieri nessuno dei testimoni nutriva il benché minimo dubbio. Fossero stati autoctoni, sarebbero rimasti attaccati allo smartphone davanti al camino acceso, con il pollice opponibile indeciso tra www.meteoam.it, www.ilmeteo.it, www.meteoincalabria.it: e tutto avrebbero fatto, tranne che sfidare la clemenza momentanea del cielo con un gesto rivoluzionario come il bagno a febbraio! Giammai: conosciamo bene la sensibilità tutta calabrese alle previsioni del tempo, l’effetto potente delle sirene allarmistiche su viabilità e scuole, tali da compromettere i poveri nervi delle mamme calabresi da Cosenza a Serra san Bruno, e spingere ogni sindaco in grazia di Dio a sigillare le porte degli istituti di ogni ordine e grado, roba che Marilleva 1900 scansati proprio…

 

Certo, la precarietà delle strutture scolastiche, l’assoluta inadeguatezza delle strade, gli allagamenti ogni 3 per 2, gli smottamenti, i rischi concreti per la tenuta di strada degli scuolabus e degli automezzi che devono avventurarsi lungo quei pietosi tratturi che nel vibonese rispondono al nome di strade, hanno certamente il loro peso. Per questo, in nome della relatività culturale più estrema, fa sorridere che nella stessa provincia, a distanza di poche ore, e di pochi chilometri, i sindaci chiudano le scuole, ed i turisti facciano il bagno a mare. Le sirene del “malatempora currunt”, evidentemente, non hanno cantato la stessa lusinga alle orecchie di tutti. In quelle dei bagnanti, come in quelle di Ulisse, ieri doveva esserci un bel tappo di cera.