Alla fine l’appello di Nicola Gratteri sembra aver fatto breccia anche tra i Comuni calabresi. L’Anci regionale, infatti, ha deciso che le liste dei beneficiari degli aiuti destinati alle famiglie bisognose, saranno consegnate ai prefetti, affinché controllino i nominativi alla caccia di abusi e illegittime assegnazioni.

A comunicarlo è il presidente vicario facente funzioni dell’Associazione dei comuni, Francesco Candia, con una nota nella quale, al netto del linguaggio un po’ ostico, si intravede la notizia: «È comune preoccupazione dei Sindaci di contemperare la prontezza d’azione con la necessaria ed indispensabile trasparenza e legalità dell’operato dei Comuni – scrive Candia -. L’Anci Calabria riafferma che i Sindaci, oltre ad essere sin dall’insorgere dell’epidemia l’organo statuale più immediatamente impegnato nell’azione di contrasto del fenomeno, sono e restano presidio responsabile di legalità e di trasparenza. Nella dubbia applicabilità della totale pubblicazione degli atti relativi (in particolare degli elenchi dei beneficiari) provvederanno ad informare di tutto il percorso i Prefetti delle relative Provincie».

 

In altre parole, vista l'impossibilità di pubblicare gli elenchi sugli albi pretori senza violare la privacy dei cittadini destinatari, questi verranno consegnati ai prefetti.

In verità, Gratteri aveva chiesto che i Comuni trasmettessero gli elenchi direttamente ai carabinieri, una scelta che però - afferma Candia, contattato telefonicamente -, «mortificherebbe sia i Comuni, che stanno facendo un grande sforzo amministrativo, sia i cittadini, che già devono subire lo scotto di ricorrere a un aiuto per fare la spesa». Toccherà quindi alla prefettura, considerata dall’Anci l’interlocutore istituzionale naturale, vagliare in prima battuta gli elenchi per capire se tra quei nomi si possa nascondere qualcuno che non ha diritto a percepire i bonus spesa, magari perché notoriamente in odore di mafia e quindi soltanto apparentemente “bisognoso”.

 

«I sindaci non possono rischiare di incorrere in un’omissione di atti d’ufficio – spiega Candia -. Quindi il controllo preventivo che possiamo fare è limitato dagli obblighi di legge a cui siamo sottoposti. Se la documentazione presentata da chi aspira ai buoni spesa è formalmente in regola, ad esempio con riferimento al reddito percepito, non ci resta che concedere gli aiuti. Ma collaboreremo con le prefetture per segnalare eventuali anomalie e fornire gli elenchi completi».

 

C’è da dire, comunque, che quella dell’Anci è un’indicazione non vincolante, perché l’associazione non ha il potere di imporre ai Comuni che ne fanno parte determinati comportamenti. «Ma sono fiducioso in merito al fatto che la collaborazione sarà piena - aggiunge il presidente vicario -. Siamo i primi a volere massima trasparenza e legalità in questo difficile frangente».

 

L’altra novità emersa dalla riunione del Comitato direttivo, riguarda l’attivazione di una piattaforma digitale per l’organizzazione in video conferenza dei Consigli comunali. Accedendo al programma “Solidarietà digitale”, promosso dal Governo in collaborazione con numerose aziende del comparto che offrono gratuitamente i propri servizi, Anci Calabria ha individuato la soluzione che consentirà ai Comuni di continuare regolarmente la propria attività deliberativa. Nei prossimi giorni le Amministrazioni calabresi riceveranno informazioni più dettagliate e specifiche sulle modalità per attivare il servizio.