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Arrivano brutte notizie per Amedeo Matacena junior. Nella giornata di ieri, infatti, «è stato perfezionato un protocollo interpretativo, che subordina in maniera stringente la concessione dell’estradizione alla non applicazione della pena di morte, quando prevista dalla legislazione emiratina». A comunicarlo, sul suo profilo facebook, è il parlamentare del Pd, Davide Mattiello, che da sempre si batte affinché Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, possa rientrare in Italia e scontare la sua pena di tre anni di reclusione, ponendo fine alla sua latitanza a Dubai.
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La visita di Alfano
È stata la visita di ieri ad Abu Dhabi, da parte del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a permettere la conclusione dell’intesa che, prosegue Mattiello, «si era resa necessaria per adeguare il testo del Trattato alle modifiche intervenute nel nostro ordinamento giuridico». Ecco allora che la firma permetterà l’avvio dell’iter parlamentare di ratifica nella nuova legislatura. «Sono così stati superati – ancora Mattiello – gli ostacoli normativi interni che hanno finora impedito la ratifica anche da parte italiana del Trattato di estradizione tra il nostro Paese e gli Emirati Arabi Uniti, firmato nel 2015». Quale la conseguenza? «L’entrata in vigore del Trattato, predisposto con il contributo del Ministero della Giustizia, offrirà un quadro normativo certo alle richieste di estradizione avanzate da parte italiana».
La vicenda Matacena-Scajola
Fra queste, vi è anche quella che riguarda appunto l’ex parlamentare di Forza Italia, il cui nome è tornato prepotentemente alla ribalta in questi ultimi mesi nel corso di svariati processi, fra cui quello a carico della moglie, Chiara Rizzo, e dell’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, chiamato a rispondere proprio di aver favorito la latitanza di Matacena. Un fatto per il quale anche l’imprenditore Vincenzo Speziali jr ha annunciato di voler chiedere un patteggiamento della pena. Ora, con la notizia data da Mattiello si apre la possibilità ad un ritorno neanche troppo lontano in Italia per l’armatore con la passione per la politica e ritenuto da più collaboratori di giustizia come persona vicina alla ‘ndrangheta.
Consolato Minniti