La sorella del giudice assassinato nel 1992 interviene sulla scarcerazione del killer che azionò il telecomando. «Ora va controllato affinché non si goda le ricchezze sporche di sangue»
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«Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata». Tra le reazioni per il ritorno in libertà di Giovanni Brusca, ex killer di Cosa nostra, anche il commento di Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone.
Il ritorno in libertà dell'ex boss
L’ex boss che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci - nella quale morirono il magistrato, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta – ha lasciato proprio in queste ore il carcere di Rebibbia: «Mi auguro – continua Maria Falcone - solo che magistratura e le forze dell'ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno».
«Basta mezze verità»
«La stessa magistratura - ha spiegato ancora - in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili torni libero a godere di ricchezze sporche di sangue».