VIDEO | La «scelta dolorosa» della donna dopo l'episodio dei giorni scorsi in un istituto di Cosenza: «Oggi forse hanno vinto loro perché io ho deciso di andare via, di scappare, ma dentro di me so che lo sto facendo per mio figlio e per questo non mi fermo»
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La convocazione in Questura del dirigente e di un docente della scuola cosentina in cui, mercoledì scorso 22 novembre, un bambino di 8 anni si è ritrovato solo in classe per l'assenza di massa dei compagni, lasciati a casa dai genitori per una protesta contro l'inserimento del piccolo, in arrivo da un'altra sezione del medesimo istituto comprensivo, sarebbe da ricondurre all'esposto che la madre ha nell'immediatezza inviato alla Procura dei Minori di Catanzaro. Anche in virtù del clamore mediatico suscitato dalla notizia diffusa da LaC News 24, ripresa poi da svariate testate nazionali, dalla sede giudiziaria del capoluogo di regione sarebbe partita una richiesta di chiarimenti indirizzata agli uffici di polizia di via Palatucci, in riva al Crati. Il dirigente ed il docente sono stati sentiti a sommarie informazioni nel tentativo di ricostruire compiutamente la vicenda. In giornata inoltre, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha reso noto di aver avviato una interlocuzione con la direttrice dell'Ufficio Scolastico Regionale Antonella Iunti, per effettuare tutte le verifiche del caso. Non è escluso l'invio di una ispezione.
Il giorno dell'orrore
Quella già reclamata dalla madre di Francesco, il nome è di fantasia, all'indomani dell'episodio, verificatosi mercoledì scorso 22 novembre, definito dalla donna «il giorno dell'orrore». Il piccolo di terza elementare, iperattivo ma con un quoziente intellettivo certificato superiore alla media, si era trasferito da appena tre giorni. Tanto è bastato ai genitori dei suoi nuovi compagni per stabilire che la sua fosse una presenza non gradita. L'ammutinamento sarebbe scattato per manifestare un plateale dissenso verso la scelta assunta dal dirigente scolastico di modificare gli equilibri del corpo docente della nuova classe sottraendo alcune ore di lezione ad uno degli insegnanti che aveva manifestato reticenza nell'accogliere il bambino nel gruppo.
Il cambio di sezione
«Ho deciso di cambiare sezione poiché mio figlio aveva iniziato a manifestare uno stato di frustrazione. Finché un giorno mi confidò di essere stato apostrofato da un compagno come un ritardato. A quel punto ho constatato che il corpo docente aveva perduto il controllo delle dinamiche comportamentali». I primi tre giorni nella nuova classe erano trascorsi senza problemi, poi l'imprevista assenza di massa.
«Dopo l'agguato, Francesco - racconta la madre - è andato a scuola giovedì e venerdì: auspicavo che queste persone avessero la decenza di chiedere perdono. Invece non vi è stato neppure un messaggio di scuse. Perciò ho maturato la dolorosa scelta di cambiare istituto. Ma soprusi di questa natura non devono più verificarsi. La scuola è un diritto sacrosanto di ogni minore ed è un luogo in cui bambine e bambini devono crescere con principi sani ed inclusivi. Oggi forse hanno vinto loro perché io ho deciso di andare via, di scappare, ma dentro di me so che sto scegliendo per mio figlio e per questo non mi fermo, per i diritti violati e per le conseguenze psicologiche che questa sequela di eventi ha provocato».