Secondo l'accusa i due medici non sarebbero stati in grado di effettuare una manovra e salvare la bambina dopo una complicazione improvvisa
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l Gup del tribunale di Reggio Calabria nell’udienza preliminare dell’8 marzo ha disposto il rinvio a giudizio due ginecologi del Grande ospedale metropolitano. L’accusa per B. V. e C. M. C. è quella omicidio colposo. Per quattro dei sei sanitari presenti la notte del parto la posizione è stata archiviata.
Nicole e quella notte maledetta
Al grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria la notte tra 31 agosto e il primo settembre 2020 si è tinta di rosso. La vittima avrebbe dovuto chiamarsi Nicole e doveva nascere proprio in quelle ore. Ma durante il travaglio qualcosa non è andato come doveva e l’ansia dell’attesa ha lasciato spazio al dolore più lancinante, quello di due giovani che stavano per diventare genitori prima che il sogno si infrangesse e che adesso pretendono verità. Per quella morte i genitori hanno chiesto giustizia e dopo mesi dalla denuncia sporta è arrivata la prima udienza preliminare.
Secondo quanto accertato dalla Procura di Reggio Calabria, i due ginecologi, entrambi presenti come operatori in sala parto, in seguito al verificarsi di una complicanza improvvisa, non sarebbero stati in grado di effettuare la manovra necessaria a salvare la bambina. Inoltre, i due medici non avrebbero proceduto, dopo il fallimento di tutte le altre manovre ostriche previste dalle buone pratiche clinico assistenziali e dalle line guida accreditate presso la comunità scientifica, a effettuare una pratica necessaria a scongiurare il decesso del feto. Ad essere stata accertata dalla Procura è stata anche l’assenza di un medico anestesista, indispensabile per attuare un intervento di sedazione della partoriente per ottenere maggiore rilassamento.