VIDEO | Adesso che il Piano Covid c'è non si può realizzare. Le aziende sanitarie e ospedaliere possono sottoscrivere i contratti con le ditte che dovranno effettuare gli interventi ma ci sono troppi pazienti ricoverati. Situazione che in molti casi impedisce l'apertura dei cantieri
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È destinato a rimanere ancora a lungo solo su carta il piano di riordino della rete ospedaliera che avrebbe consentito alla Calabria di fronteggiare la seconda ondata dell’avanzata pandemica. Si tratta del piano Covid reso celebre in tutta Italia dalle dichiarazioni shock dell’ex commissario ad acta, Saverio Cotticelli, poi dimissionato per patente incompetenza.
Progetti accentrati
Una pianificazione tanto lunga quanto travagliata da aver trovato solo a metà ottobre un primo sbocco. È il 16 ottobre quando il commissario nazionale per la gestione dell’emergenza, Domenico Arcuri, consegna in mano alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi le deleghe per procedere all’attivazione dei nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva: 280 posti letto complessivi a partire da una base di 150 già disponibili.
Il check di Arcuri
Le deleghe sono in mano sì alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi ma in attesa che Domenico Arcuri realizzi un check sulle imprese e sui professionisti cui affidare dapprima la progettazione delle opere e, infine, l’esecuzione dei lavori. Solo martedì, tuttavia, il disciplinare finanziario viene notificato alle aziende, messe solo in piena emergenza nelle condizioni di attivare gli accordi con le ditte e con i professionisti – individuate in maniera accentrata dal soggetto attuatore Domenico Arcuri – al fine di avviare i lavori per il potenziamento delle terapie intensive.
I lavori impossibili
E la partita è tutt’altro che in discesa. In teoria le aziende possono tranquillamente sottoscrivere gli accordi con le imprese ma avviare i lavori almeno in questa fase appare quanto meno sconsigliabile se non del tutto impossibile. La maggior parte delle progettazioni contemplano, infatti, l’ampliamento dei reparti o interventi sugli impianti, attualmente in uso per la cura dei pazienti affetti da coronavirus.
Reparti saturi
Impensabile avviare lavori di edilizia – demolizione o ristrutturazione che sia – in reparti che traboccano di pazienti intubati e infetti. Così come appare impossibile eseguire interventi finalizzati all’installazione di nuovi impianti per gas medicali senza interrompere il flusso di ossigeno che mantiene in vita decine e decine di pazienti.
Piano... da destinarsi
Si potranno avviare così i soli lavori – pochi per la verità - che contemplano nuove realizzazioni edilizie e che non interferiscono con le impellenti attività assistenziali. Tutti gli altri interventi – la maggior parte - potranno essere, infine, avviati quando i reparti di terapia intensiva saranno svuotati e l’emergenza sanitaria sarà ormai alle spalle.