INTERVISTA | Si è beccato un verbale da 400 euro (che potrebbe diventare da 3mila euro) l’esercente di Cosenza che ha tirato su le saracinesche dopo la mezzanotte. Niente di diverso da quanto aveva fatto il suo collega catanzarese, che invece di una sanzione si è guadagnato l’onore delle cronache nazionali per lo sberleffo al Governo: «Non è giusto, vi dico come è andata» (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il caso Catanzaro ha fatto scuola e appena cinque giorni dopo la vicenda dell’esercente del capoluogo di regione che ha riaperto dopo mezzanotte il proprio locale, finendo sulle cronache nazionali, a Cosenza c’è chi ha provato a fare altrettanto, incappando però in una sanzione della polizia.
Agenti integerrimi
Quando le volanti sono arrivate in Piazza Santa Teresa, cuore della movida bruzia, nella notte tra sabato e domenica scorsi, il bar di Mario Filice aveva le porte aperte con all’interno gli avventori intenti a consumare. I poliziotti hanno preso atto della violazione della legge anti-Covid emanata dal Governo che prescrive la chiusura ed elevato un verbale.
Assembramento in piazza, non al bar
«In realtà – spiega – sono stato il primo della piazza a chiudere allo scoccare delle ore 24, come prescritto dal Decreto del Presidente del Consiglio in quel momento in vigore. Poi però la zona è rimasta ugualmente gremita di gente. Mi sono chiesto allora, se fosse giusto abbassare la saracinesca: se il pericolo è il contagio il problema non è certamente all’interno del bar dove i clienti entrano in maniera contingentata e sono costretti all'uso della mascherina ed alla sanificazione delle mani. Decisamente più rischiosi gli assembramenti all’aperto».
Tutto regolare
«Così a mezzanotte e venticinque ho riaperto. Ho conservato i documenti di chiusura cassa e messo da parte il primo scontrino: è tutto nelle mani del mio avvocato. Del resto – ricorda Filice – la norma in quel momento non prevedeva un orario di apertura. Adesso questa lacuna è stata sanata». Il nuovo Dpcm infatti, indica che non si può aprire prima delle cinque del mattino. «Però - ha aggiunto - è stata inserita anche una regolamentazione per evitare che gruppi di persone si affollino nei luoghi della movida, a prescindere dalla possibilità di consumare cibo e bevande».
«Non sono un emulatore»
Sul caso analogo di Catanzaro precisa: «Non sono un emulatore – afferma – L’idea mi era già venuta quando avevo letto il provvedimento. Ma non l’ho messa in pratica nei giorni precedenti poiché le condizioni climatiche non erano favorevoli: pioveva a dirotto e restare aperti non avrebbe prodotto alcun beneficio».
«Pronto anche a pagare»
Sulla sanzione, che potrebbe arrivare anche a costare tremila euro nei casi più gravi di violazione, precisa: «Dovrei sborsare 400 euro con la possibilità di ridurre la multa del trenta per cento in caso di saldo entro cinque giorni. Ma come ho detto ho presentato ricorso. E credo di poter ottenere la cancellazione del verbale. Diversamente pagherò senza problemi il dovuto».