Il caso Catanzaro ha fatto scuola e appena cinque giorni dopo la vicenda dell’esercente del capoluogo di regione che ha riaperto dopo mezzanotte il proprio locale, finendo sulle cronache nazionali, a Cosenza c’è chi ha provato a fare altrettanto, incappando però in una sanzione della polizia.

Agenti integerrimi

Quando le volanti sono arrivate in Piazza Santa Teresa, cuore della movida bruzia, nella notte tra sabato e domenica scorsi, il bar di Mario Filice aveva le porte aperte con all’interno gli avventori intenti a consumare. I poliziotti hanno preso atto della violazione della legge anti-Covid emanata dal Governo che prescrive la chiusura ed elevato un verbale.

Assembramento in piazza, non al bar

«In realtà – spiega – sono stato il primo della piazza a chiudere allo scoccare delle ore 24, come prescritto dal Decreto del Presidente del Consiglio in quel momento in vigore. Poi però la zona è rimasta ugualmente gremita di gente. Mi sono chiesto allora, se fosse giusto abbassare la saracinesca: se il pericolo è il contagio il problema non è certamente all’interno del bar dove i clienti entrano in maniera contingentata e sono costretti all'uso della mascherina ed alla sanificazione delle mani. Decisamente più rischiosi gli assembramenti all’aperto».

Tutto regolare

«Così a mezzanotte e venticinque ho riaperto. Ho conservato i documenti di chiusura cassa e messo da parte il primo scontrino: è tutto nelle mani del mio avvocato. Del resto – ricorda Filice – la norma in quel momento non prevedeva un orario di apertura. Adesso questa lacuna è stata sanata». Il nuovo Dpcm infatti, indica che non si può aprire prima delle cinque del mattino. «Però - ha aggiunto - è stata inserita anche una regolamentazione per evitare che gruppi di persone si affollino nei luoghi della movida, a prescindere dalla possibilità di consumare cibo e bevande».

«Non sono un emulatore»

Sul caso analogo di Catanzaro precisa: «Non sono un emulatore – afferma – L’idea mi era già venuta quando avevo letto il provvedimento. Ma non l’ho messa in pratica nei giorni precedenti poiché le condizioni climatiche non erano favorevoli: pioveva a dirotto e restare aperti non avrebbe prodotto alcun beneficio».

«Pronto anche a pagare»

Sulla sanzione, che potrebbe arrivare anche a costare tremila euro nei casi più gravi di violazione, precisa: «Dovrei sborsare 400 euro con la possibilità di ridurre la multa del trenta per cento in caso di saldo entro cinque giorni. Ma come ho detto ho presentato ricorso. E credo di poter ottenere la cancellazione del verbale. Diversamente pagherò senza problemi il dovuto».