I tre gioiesi erano stati fermati lo scorso 3 settembre sull'autostrada con un presunto carico di droga. Ma quello che sembrava hashish si è rivelato solo una sonora fregatura, anche se ha consentito loro di tornare in libertà
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Beccati con 50 kg di “fumo” ma si scopre che non era drogaSembrava droga, ma non lo era. Questa incredibile storia di cronaca giunge dalla piana di Gioia Tauro. Anzi per essere precisi, proprio dalla città del porto. Due uomini arrestati e incarcerati lo scorso 3 settembre: i poliziotti li fermano e gli trovano nascosti in auto 50 panetti di quello che, a prima vista, sembra proprio dell’hashish. Salvatore Pisano e Salvatore Calabrese finiscono dritti in carcere quello stesso giorno. Il loro arresto viene confermato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palmi. Alessandro Cutrì, invece, si dà alla macchia ma si consegna al commissariato di Gioia Tauro l’11 novembre scorso. Secondo l’accusa con la sua macchina avrebbe fatto da staffetta ai due complici.
Non è droga: liberi
Nelle scorse settimane il collegio difensivo, composto dagli avvocati Guido Contestabile, Luca Agostino e Mimmo Infantino, avevano chiesto e ottenuto dal gip di Palmi un incidente probatorio, affinché il giudice per le indagini preliminari nominasse un perito del tribunale per effettuare delle analisi sulla droga sequestrata durante l’arresto. Questa mattina la svolta inaspettata: il perito arriva in aula e consegna la sua perizia e il contenuto lascia tutti a bocca aperta: quella trovata nell’auto di Pisano e Calabrese sembrava hashish, ma non lo era. In quei 50 chili, infatti, non c’è principio attivo, quindi, non è stupefacente. La conseguenza di quella perizia è che la procura di Palmi, che accusava i tre gioiesi di spaccio di droga, ne ha ordinato la scarcerazione e ha chiuso il fascicolo a loro carico.
L'arresto
L’operazione antidroga si era svolta lungo l’arteria autostradale A2 Sa-Rc corsia sud, dove, in direzione Rosarno, nel tratto ricadente nell’area comunale di Candidoni, una pattuglia del commissariato aveva notato un’automobile che effettuava manovre repentine. Insospettiti, gli agenti avevano deciso di inseguirla e, dopo averla fermata all’altezza dello svincolo autostradale di Rosarno, avevano identificato i due uomini. Durante la perquisizione dell’auto erano stati rinvenuti 50 panetti di presunta sostanza stupefacente occultata nell’abitacolo. Gli agenti, quindi, lo avevano sequestrato e arrestato i due per detenzione e trasporto illecito di sostanza stupefacente. L’arresto era stato poi convalidato dall’autorità giudiziaria di Palmi, che aveva disposto la custodia cautelare in carcere.
Una sonora fregatura
Resta il mistero su quel carico che doveva essere di droga ma che alla fine non lo era. Delle due l’una: o gli indagati sono masochisti e hanno preferito stare in carcere anziché dire che non si trattava di stupefacente; oppure hanno preso una sonora fregatura da chi gliel’aveva venduto.