Sposato e padre di un ragazzo di sedici anni, Pierluigi Malizia realizzava pavimenti in legno e in paese era conosciuto da tutti. Il cordoglio del sindaco Antonio Muto e del parroco don Antonio Abruzzini
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Nei boschi di contrada Canale a Pietrafitta c’è una chiesetta eretta in ricordo di Gioacchino da Fiore, l’abate e teologo che qui morì nel 1202. Tra queste stesse amene montagne, oggi pomeriggio, un cacciatore ha trovato la morte per mano di un compagno di battuta.
Pietrafitta conta poco più di mille anime, e in paese Pierluigi Malizia lo conoscevano praticamente tutti: aveva 52 anni ed era titolare di una piccola ditta specializzata nella realizzazione di pavimenti in legno. Non appena si è diffusa la notizia della sua morte, la casa dove viveva con la moglie e il figlio Alessandro di 16 anni, è diventata meta di un mesto pellegrinaggio: tutti a portare un abbraccio e una parola di consolazione.
Pierluigi Malizia è deceduto sul colpo, raggiunto alla testa da una cartuccia a palla unica pensata per far secco un animale di grossa taglia e non un essere umano.
Com’è che si dice in questi casi? Una tragica fatalità, uno scherzo del destino. Il sindaco Antonio Muto è stato informato dell’accaduto mentre si trovava lontano da Pietrafitta: «Mi sono messo subito in viaggio, ma non riuscirò a tornare prima di sera. Non capisco come sia potuto succedere, il povero Pierluigi è morto sotto il fuoco di un cacciatore che a Pietrafitta tutti considerano esperto».
Don Antonio Abruzzini, parroco di Pietrafitta, era in chiesa a celebrare un funerale, quando ha visto arrivare i vigili del fuoco, chiamati per il recupero del cadavere. «Avrei voluto raggiungere il posto della tragedia per impartire una benedizione ma, in attesa del medico legale, non lasciano avvicinare nessuno. Allora, dopo la cerimonia funebre, ho chiesto ai fedeli di rimanere a pregare per il nostro compaesano».
Il sacerdote ha la voce rotta dall’emozione e continua a fatica: «Tutto ciò che sono riuscito a dire dall’altare è che la vita, spesso, ci sfugge dalle mani all’improvviso e senza un perché. Il dolore s’è abbattuto sulla nostra comunità, una moglie e un figlio sono affranti. Il loro lutto è il nostro lutto».
Il resto è un freddo rituale fatto di interrogatori, verbali, autopsia. I carabinieri della Compagnia di Rogliano avranno il compito di ricostruire la dinamica di una battuta di caccia sfociata nel dramma: nelle valli l’eco sorda di uno sparo ha squarciato la tranquillità di un piccolo comune di montagna che difficilmente riuscirà a dimenticare.