Quattro sono finiti agli arresti domiciliari e uno in carcere, mentre due sono a piede libero. La guardia di finanza ha stimato un ammontare di fatture per operazioni inesistenti pari a 37 milioni di euro, con un’evasione di 7,7 milioni nonché debiti nei confronti dell’erario e dei creditori di 15,8 milioni di euro
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Quattro sono finiti agli arresti domiciliari, uno in carcere e due indagati a piede libero. È l’esito dell’operazione coordinata dalla procura di Vibo Valentia e condotta dalla guardia di finanza che questa mattina ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale vibonese. Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di bancarotta fraudolenta. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di un’azienda attiva nel settore agricolo oltre a denaro e beni per un equivalente di oltre 10 milioni di euro.
Le indagini avviate a seguito del fallimento di una prima società che operava nel settore ortofrutticolo e del successivo fallimento di ulteriori cinque attività produttive che, sulla base delle relazioni del curatore, sono state riconosciute come una estensione della prima.
La guardia di finanza, attraverso accertamenti di natura economico finanziaria e l’utilizzo di esclusive banche dati dedicate e i carabinieri, che si sono occupati delle attività tecniche per corroborare e riscontrare gli elementi raccolti, hanno raccolto quindi importanti riscontri circa l’esistenza di una presunta organizzazione che avrebbe utilizzato le società per condurre operazioni fittizie, distrazioni di beni che avrebbero portato al fallimento delle stesse allo scopo di frodare l’erario e i creditori.
Nel complesso, la guardia di finanza ha stimato un ammontare di fatture per operazioni inesistenti pari a 37 milioni di euro, con un’evasione delle imposte pari a 7,7 milioni di euro nonché debiti nei confronti dell’erario e dei creditori, per un ammontare di 15,8 milioni di euro.