L’indagato era amministratore di fatto di un’impresa operante nel settore della vigilanza privata. Secondo il gip sono venute meno le esigenze cautelari. Fissato il giudizio immediato
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Lascia i domiciliari Natale Figorilli, 45 anni, imprenditore posto in stato di misura cautelare lo scorso 19 dicembre con l’accusa di bancarotta fraudolenta, reati fiscali e autoriciclaggio. Nei suoi confronti il gip Gilda Romano ha disposto, in seguito all’istanza presentata dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Lomonaco, l’obbligo di dimora nella regione Calabria.
Il gip ha rilevato, tra le altre cose, che «l’istanza si fonda sulla venuta meno delle esigenze cautelari, considerando che le altre realtà societarie in cui risulterebbe attivo l’indagato sono tutte cessate ed è altresì intervenuta la revoca della licenza prefettizia…». Tra l’altro, come richiesto dal pm, è stato fissato il giudizio immediato «così da far cessare esigenze probatorie attesa la cristallizzazione base probatoria».
Secondo il giudice questo stato di cose «fa cadere la sussistenza di un terreno di azione nel quale l’indagato avrebbe potuto reiterare le condotte delittuose per le quali si procede».
Le accuse contestate
Secondo l’accusa, Figorilli, amministratore di fatto di un’impresa operante nel settore della vigilanza privata, dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel corso del 2019, con un passivo ammesso di oltre 47 milioni di euro, avrebbe posto in essere condotte di distrazione e dissipazione dei beni della società per oltre 3,5 milioni di euro, di falsificazione dei libri e delle altre scritture contabili, con conseguente ingiusto profitto e danno per i creditori e in modo da non rendere possibile la ricostruzione del movimento degli affari.
Inoltre, le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro avrebbero altri reati fiscali come infedele dichiarazione dei redditi per gli anni di imposta 2016 e 2017 e omessa dichiarazione per il 2018, con conseguente evasione delle imposte sui redditi per circa 1,5 milioni di euro e di autoriciclaggio attraverso il reinvestimento dei proventi illeciti in attività economiche di commercializzazione di orologi e beni preziosi di lusso.