Il 64enne di Petilia Policastro finito ai domiciliari sarebbe responsabile del fallimento di un'azienda avvenuto a causa di un debito di quasi due milioni di euro
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La guardia di finanza di Crotone ha dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal locale Tribunale di Crotone su richiesta della Procura della Repubblica pitagorica, sottoponendo agli arresti domiciliari un imprenditore di Petilia Policastro (KR), classe ‘58, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine al reato di bancarotta distrattiva e documentale relativa al fallimento di una società di autotrasporti dallo stesso amministrata, avvenuto a causa di un debito di oltre un milione e settecento mila euro generato da una sistematica e pluriennale evasione fiscale e contributiva.
In esecuzione del citato provvedimento cautelare, con l’ausilio dei finanzieri di Bologna, ha anche sottoposto a sequestro due società di autotrasporti, con sede legale nella provincia di Crotone, operanti nel territorio del capoluogo emiliano e ritenute lo strumento attraverso il quale il citato imprenditore ha proseguito indisturbato la propria attività.
Le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cotone hanno consentito di rilevare che l’imprenditore tratto in arresto, nella fase immediatamente antecedente al fallimento e al fine eludere gli effetti della procedura concorsuale: - ha trasferito, anche mediante contratti di vendita simulati i beni aziendali, tra cui 9 autocarri e i dipendenti in una nuova società creata ad hoc e intestata a un suo familiare; - si è appropriato, attraverso l’utilizzo strumentale di un conto corrente intestato a un avvocato di Bologna compiacente, di un credito commerciale di circa duecento mila euro; - ha occultato la documentazione contabile della società fallita.
Il citato imprenditore avrebbe adottato un analogo schema fraudolento anche nella gestione della nuova società la quale, dopo aver accumulato in breve tempo ingenti debiti per oltre settecentomila euro nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS e dell’INAIL è stata svuotata mediante la cessione di beni aziendali, forza lavoro e avviamento ad una terza impresa avente stessa sede operativa ed intestata, questa volta, ad un ex dipendente.
Le società sequestrate sono state affidate ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Crotone affinché possa gestirne il patrimonio, composto, tra l’altro, da oltre 35 automezzi pesanti ed autovetture, preservando i diritti di lavoratori dipendenti, clienti e fornitori. Anche gli ulteriori tre soggetti coinvolti sono stati deferiti, per le medesime ipotesi di reato, all’A.G. inquirente.