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“Stiamo concordando con la Provincia per un appoggio momentaneo nei locali del liceo classico”, dice Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme. Il bene dei bambini sta a cuore al primo cittadino che dopo il rimbalzo di responsabilità, tra l’ufficio tecnico del Comune e la dirigente dell’istituto scolastico comprensivo “Ardito don Bosco”, Maria Eugenia Basile, in merito ai 42 bambini rimasti senza posto, punta alla soluzione.
Il tam tam tra Comune e scuola
Il botta e risposta tra la scuola e il Comune era iniziato i primi di agosto quando ai genitori, che nel mese di gennaio avevano regolarmente iscritto i loro figli in prima elementare, è stato comunicato che per i loro pargoli non c’era posto. La notizia è arrivata il 26 luglio con una nota diffusa dal Comune. Troppo tardi per la scuola che attendeva risposta, alla richiesta avanzata da tempo, sull’adeguamento del locale.
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“L’istituto può essere ampliato con lavori di adeguamento che consentirebbero di adibire ad aula un magazzino, i locali dello spogliatoio della palestra compreso il ripostiglio”.
Dall’amministrazione comunale però il principio ribadito è stato sempre lo stesso: “Dobbiamo rispettare la normativa di settore e in particolare l’obbligo del mantenimento degli indici di funzionalità didattica. Il numero degli iscritti non deve stabilire i mutamenti da attuare nelle scuole. Sono le strutture scolastiche che dettano il numero degli alunni che si devono iscrivere”.
E intanto dopo l’esperienza vissuta, il sindaco Mascaro ha deciso di verificare che in tutti gli istituti di pertinenza siano rispettati gli indici di funzionalità didattica. “Non è possibile ricavare aule dai corridoi, dai bagni o dai laboratori”.
"Quello che spero è che mia figlia abbia una classe, non un pollaio"
Oggi i cancelli sono ancora chiusi alla "don Bosco", attendono di essere aperti il primo giorno di scuola. La dirigente Basile, cercata più volte telefonicamente, non l'abbiamo rintracciata mentre la mamma di una dei malcapitati ci risponde con un messaggio telegrafico “non mi interessa di chi siano le colpe, che sicuramente ci sono state. Quello che spero è che mia figlia abbia una classe e non stia in un ambiente pericoloso… una classe pollaio”.
Rosaria Giovannone