Traffico in tilt e gente che non è riuscita ad entrare all'interno del chiostro San Domenico per l'incontro con la città dell'ex sindaco Paolo Mascaro.  Un incontro iniziato con le lacrime dell'avvocato mentre veniva abbracciato dalla sua maggioranza e dalla giunta e terminato con la commozione delle decine e decine di persone di ogni età, estrazione sociale e colore politico che si sono messe in fila per abbracciarlo e salutarlo.

 

«Nei momenti bui di solito si viene abbandonati, voi non lo avete fatto e io vi ringrazio – ha esordito commosso il primo cittadino -  Lamezia ha dimostrato in questi anni di sapere voltare pagina e di sapere crescere. Al ministro dico che noi abbiamo massacrato il prestigio delle cosche con fatti concreti, a partire dall'assegnazione dei beni confiscati». Poi, con la stessa forza che aveva dimostrato nella campagna elettorale del 2015 una carrellata di atti e fatti a dimostrazione degli sforzi fatti dalla sua amministrazione per portare avanti la lotta alla criminalità organizzata e quella contro il malaffare. Dalla consegna di due beni confiscati, alle costituzioni di parte civile nei processi di ‘ndrangheta, al Festival de Libri sulle Mafie Trame, all’intitolazione di un parco ai due netturbini uccisi Tramonte e Cristiano e con cui la città è stata sempre avara di ricordi e riconoscimenti al loro sacrificio.

 

 

L'appello ai cittadini: «Continuate a difendere questa città»

«Consegno a voi cittadini il testimone del governo cittadino, non ai burocrati che verranno ma a voi  - ha aggiunto  e rimarcato poi l’avvocato penalista - vi prego, continuate a difendere questa città, la sanità, la Sacal, l'aerostazione. Difendete Lamezia».

 

Una Lamezia che stava ripartendo, ha sottolineato più volte. Dal disavanzo di 3 milioni di euro azzerato, alla diminuzione di oltre metà dei pignoramenti presso terzi, ai residui passivi, fino al disavanzo tecnico passato da 41 milioni a 33 e l’indebitamento mutui ridotto da 84 milioni a 77. «Tutto questo è stato fatto da un’amministrazione sciolta per mafia – ha detto - ce ne andiamo sapendo di potere guardare in faccia i nostri figli. Se non fossimo stati considerati un’amministrazione sana e affidabile non si sarebbe tenuta ad aprile 2017 la festa provinciale della Polizia di Stato per la prima volta nella storia non a Catanzaro ma a Lamezia».

Poi la convinzione che i tempi con i quali si sono effettuati tutti i passaggi preliminari allo scioglimento sono stati da record. L’ex sindaco non ha accertato altri casi e nei prossimi giorni si dedicherà a verificare queste circostanze e le eventuali anomalie.  Poi l’attesa del decreto con le motivazioni dello scioglimento: «Qualunque motivazione posso smontarla in due giorni, ma ormai l’abuso nei confronti di questa città è stato perpetrato».

 

A chiudere un vero e proprio bagno di folla, occhi lucidi, strette di mano, pacche sulle spalle, abbracci. Lamezia volta pagina, ma lo fa con grande rammarico e dolore.


Tiziana Bagnato