VIDEO | Al centro delle polemiche l'amministrazione comunale che attraverso un bando chede ben 68mila euro per l'affitto della struttura, già danneggiata dalle ultime mareggiate
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È costruito a ridosso del mare e le ultime mareggiate hanno già prodotto i primi danni. Il nuovo palatenda di Bagnara rischia di trasformarsi nell’ennesima cattedrale del deserto se l’amministrazione comunale e le associazioni sportive giovanili non troveranno un accordo per la sua gestione. Il bando, così come è stato predisposto dall’ente, sarebbe inaccessibile per questioni di costi alle società, che godono di budget limitati.
«All’amministrazione comunale chiediamo – ha dichiarato Alberto Messina, presidente dell’associazione “Olimpia Bagnara” – di venirci incontro. Noi non possiamo pagare 68mila euro all’anno come chiesto dal Comune e l’ente si deve rendere conto che quel palazzetto non è stato costruito per produrre incassi, ma per la nostra comunità. Noi svolgiamo una funzione sociale nella nostra città».
I dirigente ci tengono a sottolineare, quindi, che il loro obiettivo primario è instaurare un dialogo costruttivo con l’amministrazione comunale spiegando l’importante ruolo che svolgono all’interno della comunità a costo di enormi sacrifici dovendo giocare e allenarsi tra Rosarno, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
«Noi portiamo via dalla strada circa 200 bambini – ha sottolineato Antonio Parisio, dirigente e allenatore dell’associazione “Olimpia Bagnara” –, con 20 o 30 genitori che si accollano la responsabilità di accompagnare i ragazzi nelle trasferte. Quindi ci assumiamo dei rischi notevoli se teniamo conto delle condizioni delle nostre strade di inverno. Per non parlare dei costi per gli spostamenti e l’affitto delle strutture sportive».
L’auspicio della associazioni, quindi, è che l’amministrazione venga incontro alle loro esigenze e a quelle dei ragazzi che hanno diritto a fare sport nella propria città.
«Chiediamo all’amministrazione comunale – ha concluso – di cercare una soluzione a una situazione critica e spiegarci come venirne fuori».