L'area che ospita il piccolo aeroporto è attualmente inutilizzata, dopo che lo scorso 7 aprile l'amministrazione comunale ha dato esecuzione allo sgombero estromettendo lo storico gestore Alberto Ortolani
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«Come gruppo consiliare di minoranza del Comune di Scalea, crediamo occorra che ogni Consiglio comunale del Patto venga sensibilizzato sulla problematica dell’aviosuperficie: solo da una visione unitaria e sinergica, frutto di un confronto dialettico, con il coinvolgimento anche della Regione Calabria e degli operatori turistici dei vari settori, può derivare una strategia condivisa e vincente». Lo comunica, in una nota, il gruppo d'opposizione consiliare "Per Scalea", capeggiato da Angelo Praravati.
Il monito arriva a quasi un mese dell'azione dell'ente guidato da Giacomo Perrotta, che ha ordinato ed eseguito lo sgombero dell'area, "sfrattando", di fatto, lo storico gestore Alberto Ortolani. Tra il Comune e l'imprenditore, lo ricordiamo, era nata una bagarre un anno fa, quando il sindaco Perrotta, dopo ave consultato l'Enac, era giunto a conclusione che Ortolani non avrebbe più alcun titolo per gestire la struttura.
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Coinvolgere tutte le parti interessate
«L’aviosuperficie sita nel Comune di Scalea - continuano gli esponenti della minoranza consiliare - era nata per creare una infrastruttura a servizio di tutti i Comuni dell’alto Tirreno cosentino, al fine di contrastare le permanenti difficoltà nel raggiungimento di questo lembo della regione con strade di collegamento obsolete e carenze di adeguata portualità, dunque, a supporto del turismo con servizi anche di rilevante interesse in materia di lotta agli incendi nel periodo estivo». Ed ancora: «L’attuale percorso del Comune di Scalea di rendere, di fatto, inutilizzabile l’aviosuperficie, in carenza di soluzioni alternative immediate, pone seri interrogativi sul futuro della struttura, per cui diventa necessario il coinvolgimento di tutti i Comuni dell’alto Tirreno a garanzia di un servizio comune: contrariamente al convincimento di qualche pensiero isolato - concludono -, le sorti dell’aviosuperficie non possono non tenere conto di una volontà sinergica rappresentata da tutte le comunità coinvolte».