Battaglia rinviata

«Contro l’Autonomia differenziata c’è solo una strada: bloccare la legge», Fiorita sfida Succurro (e Occhiuto) dopo l’assemblea Anci

VIDEO | Resta inconciliabile la distanza tra le due posizioni espresse dalla presidente e dai sindaci dissidenti. Il primo cittadino di Catanzaro nega che sia in corso un'opa sull'Associazione dei comuni ma avverte: «Basta con le ambiguità sulla riforma Calderoli o non mi sentirò più rappresentato»

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di Luana  Costa
13 luglio 2024
17:28

La battaglia è solo rimandata. I toni non sono ancora da guerriglia ma il prossimo 19 luglio torneranno a fronteggiarsi in due blocchi, le posizioni - che appaiono per ora inconciliabili - sull'autonomia differenziata. Dopo la débâcle dell'assemblea di Anci che avrebbe dovuto licenziare un documento condiviso sull'argomento - la stessa presidente Maria Rosaria Succurro aveva invitato i cinque sindaci dissidenti ad evitare fughe in avanti e strumentalizzazioni - la questione tornerà nuovamente all'ordine del giorno del Consiglio di Anci.

Discussione rimandata

E in quella sede evidentemente il problema tornerà a riproporsi nei medesimi termini di come si è chiusa l'assemblea. «Sicuramente è stata una bella iniziativa perché il confronto tra sindaci, lo scambio di esperienze e l'approfondimento su alcuni temi sono molto utili ma l'argomento principale era quello dell'autonomia differenziata» argomenta il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, all'indomani del raduno di Lorica a cui ha partecipato ma in collegamento da Palazzo De Nobili, ribadendo la linea della fronda.


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La linea della fronda

«Qualunque documento per essere firmato da noi deve contenere l'invito al presidente Occhiuto di impugnare la legge sull'autonomia differenziata davanti la Corte Costituzionale». Le strade sono due: l'impugnativa o «attivarsi per sottoporre a un referendum abrogativo l'intera legge. Non c'è una terza via» conferma il primo cittadino, evidentemente più attratto dall'idea di riuscire a condurre la presidente Anci su posizioni simili o quanto meno molto vicine a quelle espresse dai sindaci dei cinque comuni capoluogo che giungere ad uno scontro politico e istituzionale.

Inferenze

«Se si è contrari» e la presidente Anci Calabria, in effetti, si è già resa promotrice di iniziative di protesta, ad esempio, capeggiando i primi cittadini dinnanzi alla Prefettura «c'è solo questa possibilità» inferisce il sindaco di Catanzaro. «Qualunque tavolo verrà dopo, potrà affiancare una scelta di questo genere ma non la potrà sostituire». Insomma, «non è più il tempo delle mediazioni e delle ambiguità» conclude Fiorita, dal momento che l'autonomia differenziata è già legge.

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Inutile tergiversare

«Mentre noi parliamo da qui a qualche mese potremmo avere già Regioni che hanno competenze su commercio estero, polizia locale disgregano definitivamente l'unità del nostro paese». Ad esempio, il Veneto che «ha già manifestato l'intenzione di chiedere il trasferimento di tutte quelle competenze per i quali i lep non sono strettamente necessari».

Nessuna opa su Anci

Per il momento nessuna opa sull'associazione dei comuni calabresi, nonostante la conta interna sia già partita attraverso l'adesione all'appello sottoscritto dai cinque sindaci dissidenti - Franz Caruso, Giuseppe Falcomatà, Nicola Fiorita, Enzo Romeo, Vincenzo Voce - e recepito da oltre cento primi cittadini calabresi.

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In seconda o terza fila

Il sindaco di Catanzaro si schermisce: «Per quanto mi riguarda non si tratta di sostituirsi, il problema è poter stare dentro una associazione che rappresenta gli interessi della comunità e dei sindaci calabresi. Se Anci trarrà le conseguenze di quelle che sono state anche le meritorie prese di posizione della presidente Succurro, ovvero il contrasto a questa legge, io sarà molto felice di essere rappresentato dalla presidente Succurro e di mettermi in seconda e terza fila in una battaglia che ci riguarda tutti. Ma su una legge che determina il futuro dei prossimi cinquant'anni della Calabria, di Catanzaro, della mia gente, del mio popolo non potrò farmi rappresentare da nessuno che non tragga le dovute conseguenze da una lettura così drammatica della situazione».

Giornalista
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