«Mi appello ai magistrati che si prodigano per trovare la verità. Collaboreremo con loro. Non abbiamo paura, come non ne aveva Matteo, figlio di tutta Italia».
Rosaria Scarpulla, la madre di Matteo Vinci, il biologo di 42 anni, ucciso da un’autobomba a Limbadi, parla ai microfoni di LaC, raccontando il dolore immenso che ha colpito la sua famiglia e il desiderio di giustizia che ora si fa strada prepotentemente.

 

Con lei, nella sua casa di Limbadi nella quale ha accolto il direttore del Tg di LaC, Cristina Iannuzzi, c’è anche la fidanzata di Matteo, Laura Sorbara. Progettavano il loro matrimonio e presto avrebbero coronato il loro sogno di vita. Ma quella bomba, posta nel bagagliaio dell’auto, ha polverizzato per sempre il loro futuro, riducendo anche in fin di vita il padre di Matteo, Francesco Vinci. Di lui parla la moglie Rosaria, raccontando come sia riuscito ad uscire dall’auto in fiamme con ustioni gravissime su tutto il corpo e come abbia cercato invano, nonostante le ferite, di salvare il figlio.