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Gli auguri li faccio a noi giornalisti. Il 2017 non è stato un anno qualunque per chi fa questo mestiere. Dalla testata di Ostia, all’autobomba di Malta: per dare notizie ancora si può morire o finire in ospedale.
Due casi estremi, quelli dei colleghi Daphene Caruana Galizia e Daniele Piervincenzi; due acutissime punte di un iceberg che significa quotidiana minaccia al diritto di cronaca. Auguri ai giornalisti, quindi, perché ci sono fatti drammatici che rischiano di intimidire, autocensurare, e allontanare chi ha scelto di fare questo lavoro.
La Calabria ha doppiamente bisogno del racconto giornalistico. È terra povera, di rappresentanza e non solo, ma è anche terreno fertile per potentati corruttivi e mafiosi. E allora l’augurio ai giornalisti è anche perché riescano a far comprendere, a partire dai luoghi di lavoro e fino ai rapporti con i cittadini, il bene supremo della democrazia e del diritto universale all’informazione.
I giornalisti non cercano zone franche ma rivendicano aree libere dove poter esercitare il proprio dovere nel rispetto di quel patto d’onestà sottoscritto con la gente. Liberi dal bisogno, liberi dall’arroganza di una deriva giudiziaria che, da ultimo sospinta dalla recente riforma di questo Governo, non esclude ancora il carcere per i cronisti, non chiude la giungla delle querele temerarie che hanno il solo scopo di bloccare ogni voce. E allora auguri a noi per rendere il migliore servizio possibile per i calabresi, difendendo la dignità di essere pienamente media, senza affezionarsi al racconto purchessia, cercando invece il racconto onesto.
Tanti auguri perchè il 2018 serva a dire: “ci abbiamo provato, ci siamo riusciti”.
Agostino Pantano