«È un misto fra senso di responsabilità e rammarico quello che noi studenti del 'Valentini-Majorana' avvertiamo in questo momento. Non rifuggiamo le nostre colpe, anzi le affrontiamo e ce ne prendiamo la totale responsabilità. Ci scusiamo, anche se non è abbastanza, con il personale Ata, persone, lavoratori che ci sono stati particolarmente vicini questi giorni e che potrebbero essere i nostri genitori».

Lo affermano, in una nota, gli studenti dell'istituto d'istruzione superiore di Castrolibero riferendosi agli atti vandalici che sono stati commessi nella scuola durante l'occupazione attuata in segno di protesta contro la mancata adozione da parte della dirigente di procedimenti disciplinari nei confronti di un professore che avrebbe messo in atto molestie nei confronti due studentesse.

«Apprese le deplorevoli notizie su come la nostra scuola è stata ridotta - affermano ancora i ragazzi, che domani riprenderanno regolarmente le lezioni - la nostra prima reazione è stata quella di offrirci di pulire, rimediando al danno che é stato provocato. Anche se chi lo ha commesso potrebbe essere identificato grazie al sistema di videosorveglianza, avvertiamo come una nostra mancanza quanto é accaduto. Non siamo riusciti a difendere la struttura, che dopo quindici giorni di occupazione possiamo sinceramente definite la nostra seconda casa. Non ci perdiamo in sensi di colpa velleitari e siamo pronti a assumerci le nostre responsabilità per ciò che è accaduto. Siamo però anche rammaricati e quasi offesi per il fatto che qualcuno abbia avuto l'ardire di sostenere che questa brutta faccenda getta un'ombra sulle vicende per cui protestiamo. Come se i danni sulla psiche a causa delle molestie fossero pulibili o riparabili. Noi non siamo eroi e non vogliamo essere trattati come tali».

«Abbiamo agito, ma solo dopo anni nel corso dei quali le nostre compagne sono state molto sole - affermano gli studenti -. In ogni rivolta possono succedere questi disagi, ma ciò non giustifica i danni arrecati alla nostra scuola. Significa unicamente che gli eroi non esistono e che, se esistessero, risulterebbe ancora più assurdo pretendere che lo siano ragazzi tra i 14 e i 18 anni in piena formazione. Stiamo imparando in questi giorni che cos'è finalmente la giustizia e lo stiamo imparando attraverso i nostri sbagli. Siamo 1.400 studenti che fino a poco tempo fa non si conoscevano nemmeno. Abbiamo appreso soltanto adesso che cos'è una comunità scolastica. E lo abbiamo appreso ritrovandoci tutti in cortile a lottare per i medesimi motivi. Questo non ci giustifica, ma chiediamo solo di riflettere un po' di più prima di giudicarci».

«Dal canto nostro - concludono gli studenti - abbiamo molti sbagli su cui riflettere. Possiamo però assicurare che chi ha offeso la nostra scuola verrà da noi stessi allontanato celermente. La nostra protesta è stata organizzata per chiedere l'intervento delle autorità e per richiamare chi doveva agire e non lo ha fatto, sottraendosi alle proprie responsabilità. E certamente noi adesso non verremo meno alle nostre».