Si chiude in maniera definitiva la vicenda giudiziaria di Vincenzo Luberto, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, e attuale sostituto procuratore generale di Reggio Calabria. La procura generale di Salerno infatti non ha inteso impugnare la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Salerno nei confronti del magistrato di Cosenza e dell’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello. Una sentenza che ha messo nero su bianco su quelli che erano stati i rapporti tra il togato e il politico, accusati dalla procura di Salerno di corruzione in atti giudiziari.

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La magistratura salernitana, competente per il Distretto Giudiziario di Catanzaro, riteneva che Luberto avesse favorito Aiello non iscrivendolo nel registro degli indagati in un’inchiesta antimafia che la Dda di Catanzaro aveva aperto nella Piana di Sibari, in relazione ai lavori di realizzazione e ampliamento della Statale 106 Jonica, nel tratto compreso tra Rocca Imperiale e la frazione di Sibari, rientrante nel comune di Cassano Ionio. Sia in primo che in secondo grado i giudici hanno ribaltato il teorema accusatorio evidenziando che le condotte del magistrato, impegnato per oltre 15 anni nella lotta al crimine organizzato di stampo mafioso, e dell’ex deputato democrat, erano state al di sopra di ogni sospetto.

Luberto per questo procedimento penale era stato trasferito in via cautelare dal Csm presso il tribunale di Potenza, con le funzioni di giudice civile. Poi alcuni mesi fa, il magistrato cosentino aveva chiesto e ottenuto il passaggio alla procura generale di Reggio Calabria. Oggi la notizia del mancato ricorso in Cassazione che chiude il cerchio. Una decisione che dà pienamente ragione alle censure difensive sottolineate dal primo momento sia dall’avvocato di Ferdinando Aiello, il penalista di Cosenza Enzo Belvedere, che dal legale Mario Papa, difensore di Vincenzo Luberto. Insomma, per l’ex pm antimafia arriva un’altra buona notizia dopo la conferma delle funzioni semi-direttive di procuratore aggiunto per il quadriennio 2015-2019, quando era il pubblico ministero più vicino a Nicola Gratteri, all’epoca capo della Dda di Catanzaro.

Luberto, inoltre, è tra i candidati per ricoprire l’incarico direttivo di procuratore capo di Paola, dopo l’addio del collega Pierpaolo Bruni, oggi capo dell’ufficio inquirente di Santa Maria Capua Vetere. Da definire, infine, il processo disciplinare che era stato sospeso in attesa che terminasse quello penale, visto che le contestazioni formulate nei suoi confronti erano pressoché identiche a quelle avanzate dalla procura di Salerno.

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