Si é concluso con l'assoluzione il processo con rito abbreviato a carico di Francesco Mollace, ex sostituto procuratore generale di Reggio Calabria ora pg a Roma, accusato di corruzione in atti giudiziari.


Il gup del Tribunale di Catanzaro, Pietro Scuteri, ha assolto il magistrato applicando il comma 2 dell'articolo 530 del codice di procedura penale che prevede che il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile".


Il pubblico ministero, Domenico Guarascio, aveva chiesto la condanna di Mollace ad un anno e 6 mesi di reclusione. Il 4 febbraio scorso, in fase di udienza preliminare, erano stati prosciolti gli altri due indagati nel procedimento, il presunto boss della 'ndrangheta Luciano Lo Giudice e l'imprenditore Antonino Spanò, titolare di un cantiere nautico a Reggio Calabria.


Secondo accusa che gli veniva contestata, Mollace, difeso dall'avvocato Nicola Cantafora, avrebbe favorito la cosca Lo Giudice non svolgendo l'attività investigativa per verificare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio Lo Giudice e Paolo Iannò sulla presunta pervicacia ed esistenza della cosca Lo Giudice. A Mollace veniva contestato, in particolare, di non aver riaperto le indagini sull'omicidio di Angela Costantino, moglie di Pietro Lo Giudice, malgrado i due pentiti avessero fornito nuovi elementi di prova. Sempre secondo gli inquirenti, in cambio di questo presunto "favore", il magistrato reggino avrebbe avuto la "dazione gratuita dei servizi di manutenzione e rimessaggio" di una barca ormeggiata nel cantiere gestito da Spanò, considerato un prestanome dei Lo Giudice. Tesi contestata dal difensore di Molace, che aveva chiesto l'assoluzione del suo assistito.