Archiviazione perché il fatto non costituisce reato. Così ha deciso il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani, su richiesta del Pm Marta Agostini, nei confronti di Manny Mercuri (difesa dagli avvocati Antonello Bevilacqua e Nicola Carratelli), Felice Ventura (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere), Romano Villella (difeso dall’avvocato Antonio Larussa) e Alberto Pietro Banchini, indagati nell’ambito dell’operazione “Fratelli d’acciaio”.

Era lo scorso novembre quando i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal sostituto procuratore Marta Agostini, eseguivano tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Calabria, una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani, nei confronti di sette soggetti, imprenditori e loro presunte “teste di legno”, operanti nel settore della fabbricazione e commercializzazione del legno e dell’acciaio.

Le accuse a vario titolo erano associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli reati di bancarotta fraudolenta e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ai danni dell’erario. Accuse che non sono arrivate neanche a processo. La stessa procura, infatti, ha chiesto e ottenuto l'archiviazione da parte del tribunale di Lamezia Terme.