Sono i numeri a farla da padrona all’Asp di Reggio Calabria che, nonostante la triade commissariale, riceve una sonora bocciatura dal commissario alla sanità calabrese Guido Longo che decide di non approvare il bilancio del 2019 che segna una perdita di 3.481.428,00.

Bilancio bocciato

Il parere sfavorevole al documento contabile è stato espresso anche dal Collegio sindacale che ha rilevato come «l’Azienda risulta ancora sprovvista dei bilanci relativi agli esercizi 2013 – 2014 – 2015 – 2016 – 2017 – 2018.

L’adozione dei predetti bilanci, infatti, è inscindibilmente propedeutica e collegata alla sistemazione, tra l’altro, delle cosiddette poste debitorie pregresse, a tutt’oggi mai effettuata. Quindi, in base al sancito principio di continuità ed interdipendenza dei bilanci di esercizio, l’Azienda non può adottare il bilancio per l’anno 2019 non avendo adottato quelli degli anni pregressi (sopra richiamati). Ne consegue che la deliberazione della Commissione Straordinaria n. 666 del 13/08/2020 è irragionevole perché portatrice di un bilancio d’esercizio non in linea con le norme codicistiche, a partire, dall’art. 2423, secondo comma (il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio). Peraltro, il bilancio 2019 deve riprendere i saldi contabili finali del precedente esercizio (2018) per il quale l’Azienda non ha ancora adottato alcuna deliberazione. Infatti nella delibera di adozione del bilancio 2019 (n. 666 del 13/08/2020) non è riportato, come stabilito dalla normativa, il confronto con i dati patrimoniali ed economici dell’esercizio 2018.

Ad avvalorare tali conclusioni, peraltro, è la stessa Commissione che nel corpo della delibera dichiara quanto segue. “… si evincono varie criticità afferenti alle procedure amministrativo-contabili, legate al ciclo attivo e al ciclo passivo aziendale, tali da rendere necessario l’avvio di attività di verifica tese al superamento delle problematiche già nel tempo segnalate dal Collegio Sindacale e dalla Regione in merito a talune indeterminatezze economico-patrimoniali che hanno finora inficiato il principio di veridicità delle scritture contabili aziendali”.

Le direttive di Longo

Con motivazioni che lasciano poco all’immaginazione, dopo la bocciatura arrivano dal commissario Longo anche direttive precise, ovvero, la triade dovrà «superare le criticità afferenti alle procedure amministrativo-contabili, legate al ciclo attivo e al ciclo passivo aziendale dichiarate dalla Commissione Straordinaria nelle premesse della delibera n. 666/2020; avviare le attività di verifica tese al superamento delle problematiche già nel tempo segnalate dal Collegio Sindacale e dalla Regione in merito a talune indeterminatezze economico-patrimoniali che hanno finora inficiato il principio di veridicità delle scritture contabili aziendali. Adottare i bilanci degli anni pregressi dal 2013 (bilancio 2013 adottato e revocato) al 2018, tuttora mancanti».

Non sono, dunque, stati raggiunti gli obiettivi e il bilancio dell’Asp reggina resta sempre più fitto di mistero e continua a sprofondare in un profondo rosso. Il commissariamento non ha raggiunto i traguardi sperati ma, forse, per fare luce sui bilanci del mistero dell’Asp più che commissari servirebbero i ghostbusters. Intanto, mentre i conti continuano a non tornare a pagare sono sempre i reggini che, pur pagando le tasse come il resto d’Italia, devono convivere con continui disservizi e una sanità pubblica che fa acqua da tutte le parti.