Il presidente facente funzioni commentando l'operazione odierna: «Dobbiamo essere pazienti e fiduciosi: se tutto è nelle mani di Gratteri, quello che ne verrà fuori sarà la giustizia vera»
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«Non poteva esserci notizia peggiore. Siamo garantisti, ma le accuse che arrivano da Gratteri sono forti».Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Ninio Spirlì, commentando a "Oggi è un un altro giorno" su Rai Uno, l'arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
«Pur rimanendo della convinzione che ognuno abbia diritto a provare la propria innocenza, restiamo in attesa che questa venga provata e che tutto possa finire. Tallini non è del mio partito, è stato uno dei più grandi oppositori della Lega in campagna elettorale. I nostri erano rapporti formali e istituzionali e questi rapporti si rispettano. La Calabria non meritava quest'altra sberla. Stamattina sono stato fermato da persone angosciate e amareggiate, pensavamo fossero fatti ormai del passato. Mi auguro che siano solo sospetti, ma resta aperta la porta della disperazione dei calabresi. Tallini e io ci siamo sopportati per tutto questo tempo, ma non abbiamo mai avuto grandi rapporti personali. Sto alla porta e osservo con dispiacere, perché sarebbe stato bello non avere ancora una volta una notizia di questo genere».
«Non vengo dalla politica, vengo dal mondo dello spettacolo - ha aggiunto il presidente facente funzioni - e ci spero molto nella nuova Calabria. Vedo forze fresche con belle ambizioni e non voglio smorzare l'entusiasmo dei nuovi, perché se rimestiamo in un certo modo di fare politica corriamo il rischio di ucciderli, questi entusiasmi. Dobbiamo essere pazienti e fiduciosi: se tutto è nelle mani di Gratteri, quello che ne verrà fuori sarà la giustizia vera. Continuiamo a lavorare perché la Calabria, adesso, ha altri patimenti. In questa fase, mentre i contagi aumentano, noi non abbiamo ancora un piano covid».