VIDEO | Il sindaco di Scalea che fino all'agosto scorso era un dipendente dell'Asp di Cosenza è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio
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È l'8 marzo del 2018 e Gennaro Licursi, sindaco di Scalea e consigliere provinciale arrestato nell'operazione odierna, ma prima di tutto dipendente dell'Asp di Cosenza, attesta di essersi recato in missione ad Amantea tra le le 7:31 e le 14:15 di quello stesso giorno. Non sa che, nella stanza di una caserma, i militari della Guardia di finanza stanno registrando i suoi spostamenti grazie al segnale gps del cellulare, che in quel frangente aggancia invece le celle telefoniche di località Anso dell'Elce di San Nicola Arcella e poi di Corso Mediterraneo a Scalea. Eppure la "missione", scriveranno poi gli inquirenti, è attestata da un funzionario degli uffici Asp di Amantea. Questo episodio segnerà l'inizio delle indagini a carico del 66enne primo cittadino scaleoto, che un anno e mezzo più tardi porteranno al suo arresto nell'ambito di un'inchiesta in cui gli inquirenti contestano i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio. Questa mattina, infatti, i militari della Tenenza della Guardia di finanza di Scalea hanno dato esecuzione a un'ordinanza di misura di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal fip del tribunale di Paola Maria Grazia D'Elia su richiesta del Procuratore capo della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, e del Sostituto Procuratore Maurizio De Franchis.
Circa 650 ore di assenze ingiustificate
Nel 2016 Gennaro Licursi è stato eletto sindaco della città di Scalea, carica compatibile con un posto da dipendente pubblico a patto che il ruolo politico venga espletato al di fuori dell'orario di lavoro. Nello specifico, fino all'estate scorsa Licursi ha lavorato negli uffici Asp di Scalea come responsabile del servizio di continuità del 118 e guardie mediche del distretto Asp del Tirreno, ma per gli inquirenti avrebbe utilizzato gran parte del tempo destinato al lavoro per questioni di carattere prettamente privato. Le ore di assenze ingiustificate ammonterebbero addirittura a 650 nel solo periodo oggetto di indagini. Nonostante ciò, anche dopo il traguardo del pensionamento, Licursi ha continuato ufficialmente a prestare servizio agli uffici Asp come consulente, ma a titolo gratuito. Le tante ore di assenza ingiustificate, oltre a creare disservizi all'azienda sanitaria cosentina, avrebbe anche creato un danno economico, pari a circa 12mila euro. Pertanto, i militari della guardia di Finanza hanno provveduto ad eseguire il sequestro dei beni di eguale valore.
Tre dipendenti Asp sospesi dall'esercizio della professione
L'inchiesta della procura di Paola mette in luce un altro controverso aspetto e cioè che nel praticare l'assenteismo Licursi avrebbe ottenuto la complicità di altri tre dipendenti Asp, tutti e tre dichiarati sospesi dall’esercizio del pubblico servizio. Si tratta di: Angela Riccetti, 57 anni, direttrice del distretto sanitario del Tirreno; Paolo Felice, 59, responsabile U.O. Suem 118 e Guardie Mediche della provincia di Cosenza; Valentino Cupelli, 67 anni, collaboratore amministrativo agli uffici Asp di Amantea. Secondo le accuse, Riccetti Felice e Cupelli avrebbero attestato falsamente la presenza di Licursi nei luoghi di lavoro. «Il quadro che ne è emerso - fanno sapere gli investigatori - ha fatto rilevare la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito e resa necessaria l’emanazione del provvedimento cautelare, oggi eseguito».